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La musica di Pino Daniele diventa sinfonia
(24 agosto 2015)
Il tour «Sinfonico a metà», culminato nella notte all’Arena di Verona, è stato uno degli ultimi progetti a cui Pino Daniele ha lavorato, mettendo a frutto per l’ennesima volta la sua curiosità di musicista, di cantautore che sempre più si sentiva suonautore. È a quella stagione della creatività dell’uomo in blues che guarda il progetto con cui Gianluca Podio sbarca sabato al Ravello Festival.
Romano, classe ’69, direttore d’orchestra, pianista e compositore nato studiando con Petrassi e Stockhausen, Sciarrino e Morricone, Podio è stato al fianco del caposcuola napoletano dal 1997 sino alla fine, diventando il suo punto di riferimento «colto» fondamentale: «Lui mi permette di realizzare cose e suoni che altrimenti riuscirei soltanto a pensare», ebbe modo di dire Pino alludendo alla fortunata e lunga collaborazione instaurata. Tra i tanti – troppi? – omaggi che continuano a ricordare una figura centrale nel Novecento sonoro italiano, Podio ricorda il suonautore più del cantautore, «il neomadrigalista, il chitarrista, il musicofilo onnivoro».
Sul belvedere di Villa Rufolo presenterà infatti in anteprima assoluta «’O mare», suite su musiche dell’amico da lui orchestrate in forma sinfonica e polifonica, cucite con intermezzi originali, ed affidate all’Orchestra Nuova Scarlatti e all’Ensemble Vocale di Napoli. «Iniziamo dalla sua passione per Gesualdo Da Venosa e l’esperimento di scrivere in quello stile, che ci portò a dividere la firma di pezzi come “Ali di cera” e “Voci sospese”, ma anche ad arrangiare con piglio madrigalista “Quando“, “Quanno chiove”, “Napule è”. Poi il coro va via e lascia spazio ad un viaggio nel suo repertorio dedicato al mare, da “Mareluna“ a “Terra mia“, o viceversa. Provo a rendere la complessità della sua scrittura, a far finta che l’assenza della sua voce possa sentirsi di meno se si chiama in campo un’orchestra intera di archi senza impossibili primati solisti, a vivere come un esorcismo la decisione di affidare le parti della sua chitarra ad un’arpa, quasi a renderne solo l’aura fantasmatica. Pino, che mi manca innanzitutto come amico, ha scritto versi importanti, e nella sua prima parte di carriera è stato un apripista prestigioso. Ma non bisogna sottovalutare la produzione successiva, considerarla alla stregua di banalità pop: ci sono sue canzoni frutto di studi profondi sull’armonizzazione, sull’uso dei rivolti. Non è presuntuoso sentire la sua musica come produzione sinfonica».
Gianluca ha pensato anche a due bis speciali, immaginando come conclusione della serata «Anima» in una versione che guarda al bolero: «A quel punto, se il pubblico avrà premiato il nostro sforzo, se saremo riusciti a rendere al maestro l’omaggio che merita, l’Ensemble Vocale di Napoli resterà sul palco per chiudere la nostra dedica con “Lazzari felici”, un autentico capolavoro, e con “Melodramma”, un brano che merita molta più attenzione e fortuna di quella che abbia avuto. Un po’ come “Per te”, uno strumentale di cui andava pazzo Eric Clapton: avrebbe voluta suonarla nella notte di note allo stadio di Cava de’ Tirreni», conclude con non velata nostalgia Podio, che del mascalzone latino ha ereditato anche lo studio di registrazione a Roma ed è già a Ravello, dove il direttore artistico Stefano Valanzuolo l’ha invitato anche per un masterclass di pianoforte jazz.
di Federico Vacalebre
Fiorella Mannoia: "Pino Daniele mi insegnò a cantare napoletano"
(8 marzo 2015)
Intervista alla cantante che ricorda la sua amicizia con l’artista recentemente scomparso
“Pino mi ha insegnato a cantare napoletano, ho imparato dalle sue canzoni, mi ha fatto da coach durante il nostro tour in quartetto con Ron e Francesco De Gregori, mi correggeva quando sbagliavo e ci facevamo un mare di risate. Vedere piazza del Plebiscito piena di gente dopo la sua morte è stato commovente, è stato come se fosse morto un re”. Fiorella Mannoia omaggia il grande amico bluesman, scomparso due mesi fa, e le donne domenica 8 marzo al Plauto Teatro Studio di San Nicola la Strada (Caserta) nello show che porta il nome di un suo famoso verso “Anna verrà e sarà un giorno pieno di sole”, idea e regia del cantautore Felice Romano. La Mannoia tornerà in tour a Napoli il 28 aprile al Teatro Augusteo.
Mannoia parteciperà al concerto commemorativo per Pino Daniele in piazza del Plebiscito previsto in estate?
“Vado sempre con i piedi di piombo con le celebrazioni, non mi piace mettermi in mostra per ricordare un amico, ma se sarà un concerto fatto bene, nel rispetto di Pino, come abbiamo fatto per Lucio Dalla, io ci sarò”.
Che ricordo ha di Pino Daniele?
“Pino era molto spiritoso, aveva sempre la battuta pronta, ci divertivamo un sacco insieme. Durante il nostro tour in quartetto con Ron e Francesco De Gregori, ad un certo punto sul palco gli dissi una cosa, non ricordo cosa, lui smise di cantare e scoppiò a ridere, disse al pubblico che era colpa mia. Era un burbero dal cuore morbido, molto simpatico ma non aveva un carattere facile, era intransigente, permaloso, però io sapevo che dietro quel fare da orso si nascondevano sensibilità e fragilità. Gli piaceva stare da solo, come i grandi artisti aveva un velo di malinconia negli occhi”.
Lei ha cantato molte delle sue canzoni, da “Napule è” a “Quando”, nel suo ultimo disco ha inserito una cover di “Senza ‘e te” che ha già cantato molte volte dal vivo con lui. Qual è la prima canzone che avete cantato insieme?
“Credo sia stato proprio “Quando”. Lui mi ha fatto da coach, mi correggeva la pronuncia napoletana. Anche prima di conoscerlo ho sempre cantato a memoria le sue canzoni, fanno parte della mia formazione, quando eravamo ragazzi, e lui era già famoso, andavo a tutti i suoi concerti. E’ stato un riferimento per la mia generazione e per le seguenti, ha saputo coniugare la melodia napoletana con la musica anglosassone come mai nessuno aveva saputo fare prima. Lui è l’essenza della musica partenopea, aveva un modo di comporre alla Sergio Bruni. Il suo modo di cantare, la sua voce con le influenze arabe e il blues sono stati unici. Ho amato tutte le sue canzoni, ma in particolare quelle in napoletano, con questa lingua lui ritrovava la sua dimensione, una poesia sublime arrivata a milioni di persone in maniera universale, e non importava capire cosa esattamente stesse dicendo, arrivava ugualmente la sua anima”.
Cosa le raccontava di Napoli il suo amico Pino Daniele?
Aveva un sentimento di amore e odio per la sua città, gli ricordava un periodo della vita che non deve essere stato facile, l’amava molto anche se ne rimaneva lontano, Napoli rappresentava una ferita nel suo passato intimo, me ne ha parlato spesso ma rispetterò le sue confidenze e non ne parlerò. Per capire la sua Napoli poi basta ascoltare “Napule è”, lì c’è tutto, si respira la città, c’è anche la sofferenza e l’abbandono di un luogo difficile. Per me “Napule è” è come “Imagine” di John Lennon. Pino anche se non viveva più a Napoli non ha mai smesso di denunciarne il degrado e di sentirsi uomo del Sud.
Qual è, invece, il suo legame con Napoli?
Nelle canzoni di Pino ho imparato ad amare quella Napoli che ho vissuto quarant’anni fa quando facevo la controfigura di Monica Vitti nei film, vivevo al Borgo Orefici, ricordo i bassi, i vicoli, e oltre il Lungomare che trovo stupendo, mi è sempre piaciuta anche la città dall’alto, dal Vomero e Posillipo. Quando giravamo a Castel Volturno poi la sera si andava in birreria a Napoli, nei club c’erano i marines della base Nato, ricordo quando facevano a botte ubriachi, si ascoltava la musica, era l’inizio degli anni Settanta, andava forte il Neapolitan Power di cui poi è stato protagonista Pino Daniele con James Senese e tanti altri musicisti. Amo Napoli così com’è, perché o la ami o la odi com’era per Pino, nel bene e nel male.
di Ilaria Urbani
Una serata Pino Daniele le hit cantate dai suoi amici
(04 marzo 2015)
Saranno resi noti martedì i dettagli del recital voluto dal fratello dell’artista con il Comune e Avitabile, D’Angelo, Lanzetta e Senese.
Martedì 10 marzo si conosceranno dettagli e ospiti della commemorazione ufficiale di Pino Daniele. Da un lato, vanno naturalmente rispettati i desideri e le esigenze sia della famiglia di origine che quella che include i tanti figli dei cantautore. Poi vanno esaudite le cosiddette volontà dei musicista scomparso lo scorso gennaio. Così la giornata in suo ricordo programmata per il 19 marzo (data in cui avrebbe compiuto 60 anni) avrà tanto un tono soft nelle scelte cerimoniali quanto uno rigoroso nei contenuti artistici.
“Je sto vicino a te”. Proprio come la hit che apriva l’album omonimo “Pino Daniele” pubblicato nel 1979 (in quella collezione erano contenuti i classici “Chi tene ‘o mare”, “Donna Cuncetta”, “Je’ so pazzo”) si intitola la manifestazione che vede in cabina di regia suo fratello Nello, che nelle settimane passate aveva accennato all’ipotesi di fare un tour in estate nel quale avrebbe ridato luce allo sterminato repertorio di Pino.
L’idea era battezzare i live “Nello canta Daniele”. ln attesa di capire se effettivamente l’impresa sarà realizzata Nello sta elaborando con Palazzo San Giacomo una strategia di comunicazione.
Appuntamento il 19 mattina al Maschio Angioino, dove il sindaco Luigi De Magistris consegnerà ai familiari – invitati i fratelli, le sorelle, le due mogli e l’ultima compagna – le copie della dozzina di libri su cui gli ammiratori hanno scritto il loro ultimo pensiero al loro mito. I libri originali restano custoditi dall’amministrazione. Dopo, nel cortile del castello, un gruppo selezionato di fan produrrà un flash-mob.
«Perché la riflessione è stata una – racconta Nello Daniele –, i protagonisti delle canzoni di Pino erano due: lui e i suoi fan. Se lui non può più esserci, è giusto che ci siano le persone che lo hanno amato». Di sera, invece, al teatro Mediterraneo si svolgerà un recital (ingresso a inviti da prenotare sul sito del Comune) in cui alcuni amici artisti ricorderanno Daniele con un mini ì-set dal vivo. Tra i nomi per certi, Enzo Avitabile, James Senese, Nino D’Angelo e Peppe Lanzetta.
Ma il cast è in costruzione giorno dopo giorno. Così come si sta componendo pure quello del concerto in piazza Plebiscito (in data da definire, a fine estate), che dovrebbe accogliere sul palco anche nomi stranieri. E si vocifera di Eric Clapton, che all’indomani della scomparsa del bluesman gli dedicò la ballad “Pino5”. Intanto Rai Due sta preparando la replica dello speciale “Unici” a cura di Giorgio Verdelli. Alla messa in onda, il 3 febbraio, il programma registrò un audience di 1.460.000 spettatori; ad oggi sono 45 mila le visualizzazioni sul canale Rai Replay. Il bis della serata tv è previsto per il 3 giugno.
di Gianni Valentino