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Pino Daniele al Palapartenope, emozioni senza tempo

 

Masaniello è cresciuto, è vero, ma ogni anno torna e sono emozioni, sensazioni, ricordi, orizzonti che si aprono davanti a un passato che brilla come l’oro. O come loro, musicisti napoletani rari da trovare nel panorama nazionale e internazionale: tutti alle dipendenze del Masto, del Nero a metà che ama tessere nuove relazioni e nuove melodie, anche se le canzoni hanno trenta e passa anni. Il Palapartenope è pieno in ogni ordine di posto, la gente ha voglia di godere della musica dei suoi mascalzoni: Pino Daniele è in gran forma, James Senese e Tullio De Piscopo sono i soliti concentrati di groove, Rino Zurzolo è una sola cosa con il suo basso, Elisabetta Serio, Ernesto Vitolo, Agostino Marangolo, Gigi De Rienzo e Rosario Jermano completano alla grande un quadro variopinto che trasmette sentimenti senza tempo.

La serata si apre con A testa in giù e I say je sto ccà, poi l’intro di ‘A me me piace ‘o blues scatena i cuori e le mani del Palapartenope prima di lasciare spazio ad una fantastica Voglio di più: “sai che non striscerò per farmi valere”, canta Pinuccio, che ha ricevuto e continua a ricevere critiche per alcune scelte ma che quando sale sul palco con la sua chitarra lascia pochissimo spazio ai mugugni. Resta cu’ mme canta un amore di cui non si può fare a meno, Alleria sembra riprendere il discorso lasciato sospeso con Voglio di più: “passa ‘o tiempo e che fa se la mia voce cambierà”. Non fa niente, se poi ogni volta ci regali il paradiso con le tue note.
“Adesso suoneremo un pezzo che non faccio spesso”, annuncia Pino: è Sulo pe’ parlà, una perla di rara bellezza concentrata in un minuto o poco più nel quale il pubblico resta con il fiato sospeso prima di sciogliersi in un applauso scrosciante. Appocundria fa l’occhiolino al flamenco con la chitarra di Gianni Guarracino, poi arrivano Mareluna, Vento di passione, ‘Na tazzulella ‘e cafè e I got the blues, un’altra pietra miliare del repertorio dell’artista napoletano. Al pubblico bastano le prime quattro parole, “Tu dimmi quando quando”, per sentire il brivido di un’amicizia che non finisce di emozionare in una delle più belle canzoni della storia della musica italiana, mentre in Je so’ pazzo non vede l’ora di urlare insieme al suo beniamino “Nun ce scassate ‘o cazzo!”.
Pino chiama sul palco suo fratello Nello Daniele e il compagno di scuola Enzo Gragnaniello, che incrociano le voci in Donna Cuncetta e Chi tene ‘o mare: “Chi tene ‘o mare cammina cu ‘a vocca salata…”, non si potrebbe descrivere meglio l’amarezza di una città che non sa sfruttare le sue potenzialità. I musicisti giocano su Sotto ‘o sole, E so’ cuntento ‘e sta precede la storica Quanno chiove, che accoglie il rap di Rocco Hunt, visibilmente emozionato e forse per questo apparso non al meglio. Dettagli, la musica continua insieme al sogno di un repertorio indimenticabile: Musica musica, Nun me scuccià, Puozze passà nu guaio, Io per lei, Tutta n’ata storia; ogni canzone ha il suo perché, ogni vecchia melodia è resa nuova da stupendi arrangiamenti. ‘O scarrafone è un grido contro la Lega che continua a essere una vergogna, con Clementino che rappa alla grande e chiama in causa Matteo Salvini.
La festa si chiude con Yes I know my way e il consueto bis con Napule è e E sona mo’, sulla quale i due “artisti del futuro” (come li ha definiti lo stesso Daniele) si danno alla pazza gioia inserendo anche i ritornelli dei pezzi che li hanno portati all’attenzione generale, ‘O viento e Nu’ juorno buono, e ringraziano Zio Pino per un’occasione speciale.
Domani si replica, sempre al Palapartenope. Ma saranno emozioni nuove, questo è certo.

 

 

di Pierpaolo Orefice

Pino Daniele, l’apologia live di “Nero a metà”

 

L’apologia live di “Nero a Metà” non è solo un evento bensì una vera e propria costatazione tangibile di come Pino Daniele rappresenta per il suo popolo – e per la musica italiana – un vero e proprio pioniere e mentore. Sogna ancora di dar vita ad un festival tutto suo, un festival del mediterraneo, ma nel frattempo fa registrare il tutto esaurito in ogni location in cui porta il suo neapolitan sound…quello nato nei vicoli dell’undergroundpartenopeo in compagnia degli amici storici. Ora come prima. “Nero a Metà” è l’album della consacrazione, prodotto da Willy David nel 1980 (etichetta EMI Italiana) e ancora oggi suona bene. Ci ha pensato anche Rolling Stone Italia ad inserirlo al 17° posto tra i 100 migliori dischi italiani di tutti i tempi.

Gioca in casa il mascalzone latino e con lui gli amici di un tempo che si ritrovano sul palco del Palapartenope di Napoli la sera del 16 Dicembre (si replica questa sera) per dar spazio ad unsound che è il marchio di fabbrica di Pino Daniele. Ad attenderlo più di 3000 persone impazienti fino all’ultimo di vedere sul palco i protagonista della colonna sonora della loro vita. Si parte con “A testa in giù”, tono scherzoso ma consapevole dice al pubblico “Abbiamo trovato questo suono per caso e lo abbiamo portato avanti”. Ad accompagnarlo James Senese al sax, Ernesto Vitolo alle tastiere, Rosario Jermano alle percussioni, Rino Zurzolo al contrabbasso, Gigi De Rienzo alla chitarra che accompagna Pino Daniele sulle note di“Alleria”, “I got the Blues” e “Puozze passà nu guaio”, Agostino Marangolo alla batteria, Elisabetta Serio al piano e alle tastiere e la partecipazione di Tullio De Piscopo.

“Voglio di più”, “Musica Musica”, “I say i’ sto’ ccà”, “A me me piace ‘o blues”,“Appocundria”, “E’ so cuntento ‘e stà”, “Sott ‘o sole” quasi tutte in sequenza perché questo è il tour “Nero a Metà” e tutto l’album è intriso di grandi capolavori oramai entrati di diritto nella storia della musica italiana. Nel mezzo ci troviamo “Nà tazzulella ‘e cafè”, “O’ scarrafone”, “Quando” e “Quanno chiove” momento in cui sul palco piomba il giovanissimoRocco Hunt che dice divertito “ma dove stava scritto che a 20 anni mi trovo sul palco insieme a Pino Daniele!?”

E poi ancora “Resta resta cu mmè”, “Je so pazzo” perché Pino Daniele dice “Nun sò bbuono a parlare, so soltanto suonare”. E sul palco arriva l’altro giovanissimo Clementino, che si diverte sulle note di “Yes I Know my Way” prima di cimentarsi in un esilarante duetto con Rocco Hunt sulle note di “E’ sona mò” mescolata con le strofe dei loro successi più conosciuti “Nu juorno buono” e “O’ vient”. Prima dei saluti ufficiali c’è anche tempo per l’intramontabile“Napul è” mentre la gioia e il divertimento traspare dai volti dei protagonisti, degli ospiti e del pubblico partecipante.

Quello che risalta maggiormente all’occhio è che per davvero la musica in ogni suo forma è un collante perfetto per dimenticare, anche solo per un istante, tutti gli affanni. E i musicisti, quelli veri, non smettono mai di divertirsi per questo. Né di divertire.

 

 

di Angelo Moraca

Daniele & Friends, la magia continua: show con Clementino e Rocco Hunt

 

Il mucchio selvaggio del neapolitan power (ri)annoda fili mai spezzati, mette in mostra le radici nobili e i frutti più recenti e succosi. Sono teneri, emozionati, fieri, Clementino e Rocco Hunt mentre aspettano il proprio turno dietro il palco di «zio Pino». Sono giganti James Senese e Tullio De Piscopo, l’uomo chiamato sassofono e l’uomo chiamato tamburo, mentre regalano schegge veraci di America napoletana, di Napoli americana.

È un lazzaro più che mai felice Daniele, che intorno a «Nero a metà», lp-capolavoro del 1980, ha cucito questa nuova avventura che va oltre l’amarcord e non solo perché i rapper newpolitani sparano rime che vestono di nuovo groove e melodie che sono carne viva della città porosa, della nuova Napoli sognata e mai costruita, della grande bellezza verace immersa nella nuttata che non passa mai. Il Palapartenope è gremito, la giornata di pioggia non ha tenuto a casa nessuno, tanto stanotte diluvia with love, altro che schizzicheare. L’uomo in blues guida una doppia superband che nessun altro può permettersi in Italia, anche perché nessun altro è «suonautore» come lui. C’è la formazione originale di quello storico terzo lp (Gigi De Rienzo al basso, Agostino Marangolo alla batteria, Ernesto Vitolo alle tastiere, Rosario Jermano alle percussioni), ma anche Senese e De Piscopo, e poi Rino Zurzolo al contrabbasso, ed Elisabetta Serio alle tastiere.

I cambi di set sono cambi di atmosfera, il momento acustico cucito intorno ad «Appucundria» spezza il fiato, il flamenco sa di tufo con la chitarra ospite di Gianni Guarracino. In fondo, il rito recente di «Tutta n’ata storia» continua così, con musicisti che si ritrovano, con note che si confondono. «A testa in giù» e «I say ’i sto cca’» aprono la serata, quando arriva «A me me piace ’o blues» non ce n’è più per nessuno e più della nostalgia canaglia può il beat dei mascalzoni latini, la solidità contemporaneissima di un repertorio che non mostra una ruga. «Voglio di più», «Quanno chiove» con le strofe melodiche di Rocchino da Salerno, «Nun me scuccià», «Puozze passa nu’ guaje» con il suo ritmo blues-reggae che racconta un’intera epoca sonora sotto forma di esorcismo, «’O scarrafone» rappato da Clemente che Sanremo non va voluto ma non ha bisogno di santi in Paradiso per un flow travolgente che Moreno e Nesli non si potranno mai permettere.

«Je so’ pazzo» cerca masanielli prossimi venturi, sul palco si divertono almeno quanto sotto il palco, e si vede, e si sente ascoltando «Alleria», «’Na tazzulella ’e cafè», «I got the blues», «Quando», «Sotto ’o sole», «Musica musica». Ai microfoni arrivano anche Enzo Gragnaniello e Nello Daniele, alla prima esibizione dopo un’operazione di by-pass. Pino li chiama in campo per dividere «Donna Cuncetta», lamento dell’armonia perduta e anzi mai esistita, elegia del tuppo nero, canzone della consapevolezza che «’o tiempo d’’e cerase è già fernuto». Per ricordare con loro che «chi tene ’o mare, o’ssaje, nun tene niente». Daniele è in forma, si sente a casa e si gode il calore di chi lo segue da sempre come dei fans più giovani.

La voce si scalda brano dopo brano, le sue chitarre – acustiche ed elettriche – anche di più, tra assoli latini, echi di flamenco, citazioni malandrine. I finali corali spesso sono caciaroni, magari anche questo non sfugge alla regola, ma la foto di gruppo e la carica dei neri a metà è un’emozione da ricordare. «Yes I know my way» cantano, rappano e suonano quelli che quel pezzo l’hanno visto nascere e quelli che non erano ancora nati. «Napule è», ricordano, sorridenti ma pensosi, mentre a «voce d’’e criature saglie chiano chiano e tu saje che non si sulo», nonostante la città irriconoscibile che ti circonda. «E sona mo’, sona mo’, sona mo’», allora, che non ci sono parole per dire la Partenope perduta eppure ritrovata in un pugno di note a cui si aggiungono, nel tripudio generale, quelle di «’O viento» e di «Nu juorno buono». E stasera si replica.

 

 

di Federico Vacalebre

I rapper CLEMENTINO e ROCCO HUNT Special Guest il 16 e il 17 dicembre al Pala Partenope per “NERO A METÀ”

 

Dopo il successo del concerto-evento dello scorso 1° settembre all’Arena di Verona, il 16 e il 17 dicembre PINO DANIELE ritornerà nella sua Napoli per un doppio concerto al Pala Partenope (Via Barbagallo 115 – ore 21.00) con “NERO A METÀ”. Ospiti delle due serate i rapper Clementino e Rocco Hunt.

“NERO A METÀ” è un grande spettacolo dove saranno protagoniste tutte le canzoni contenute nell’omonimo terzo album di Pino del 1980, grandi successi da “Quanno chiove“, “Alleria“, “Voglio di Più“, “Nun me scuccià” al brano che dichiara la sua passione di sempre “A me me piace ‘o blues”.

Insieme all’artista la band composta dai musicisti che parteciparono alle registrazioni dello storico album: Gigi De Rienzo (basso), Agostino Marangolo (batteria), Ernesto Vitolo (piano, tastiere ed organo) e Rosario Jermano (percussioni).

…E non solo!

“NERO A METÀ” è un’identità di suono ed in questi concerti ci sarà tutta la storia musicale di Pino grazie anche alle partecipazioni straordinarie di Tullio De Piscopo alla batteria e di James Senese al sax; tra Blues, rock, jazz, sonorità acustiche e l’immancabile tradizione napoletana, sul palco anche gli amici Rino Zurzolo (contrabbasso) ed Elisabetta Serio (piano).

I biglietti per le date di “NERO A METÀ”, prodotto e organizzato da 55AVE Entertainment e F&P Group (in collaborazione con Radio Italia, la radio ufficiale del tour), sono disponibili online su www.ticketone.it, nei punti vendita e nelle prevendite abituali (per info biglietti: www.fepgroup.it). La data di Conegliano di “NERO A METÀ” è organizzata da AMC EVENTI E COMUNICAZIONE e ENTERPRISE 8.

Nero a Metà (1980) è l’album della consacrazione per Pino Daniele, simbolo di quel sound inconfondibile, diventato suo marchio di fabbrica in Italia e all’estero. Le melodie, la fusione tra tradizione partenopea, blues, rock e jazz hanno reso questo disco un pilastro della musica italiana, tanto che ancora oggi è nella classifica Rolling Stone Italia dei “100 album più belli di sempre” ed è stato premiato ai Music Awards 2014 come uno degli album che hanno lasciato un segno nella storia della musica italiana. Per celebrarlo, l’album è stato pubblicato da Universal Music Italiain una nuova edizione rimasterizzata “NERO A METÀ” Special Extended Edition, disponibile anche in doppio vinile da 180 grammi in edizione limitata e numerata in 1.000 esemplari. Il primo Lp contiene la versione rimasterizzata dell’album originale mentre il secondo Lp contiene i due preziosi brani inediti (“Tira A Carretta” e lo strumentale “Hotel Regina”) e i nove brani in versioni alternative e demo tratti dalle registrazioni originali, già contenuti nell’edizione in cd.

Pino, "o guaglione", incanta Treviso

Folla e tifo da stadio a Conegliano per la partenza del tour del chitarrista napoletano con la sua band “storica”… e Mario Biondi

 

Sabato sera Pino Daniele e la sua band hanno trasformato per un paio d’ore la “piccola” Zoppas Arena di Conegliano nel mitico San Paolo di Napoli. Tifo da stadio e bagno di folla per l’ingresso del cantautore partenopeo che dal Nordest è partito per la sua mini tournée.

Con lui sul palco il sax di James Senese, le percussioni di uno scatenatissimo Tullio De Piscopo e, special guest della serata, la voce calda e profonda di Mario Biondi. Il concerto è una scaletta fitta fitta di 27 brani contenuti in “Nero a metà”, terzo album di Daniele uscito negli anni Ottanta.

Una filata senza respiro di successi come il manifesto “A me me piace ‘o blues”, la cantatissima “Quando”, l’inimitabile “‘Na tazzulella ‘e caffè”, l’inno “‘O scarrrafone” e l’intramontabile “Napule è” per il bis. Nel mentre passione, applausi, qualche battuta con il pubblico e grande musica con una band di eccezionali maestri. Il tributo finale dei duemila della Zoppas Arena è solo un assaggio di quello che lo attende, in casa, al PalaPartenope il 16 e il 17 dicembre prossimi.

 

di Alessia De Marchi

Pino Daniele in tour: «Voglia del mio passato»

Pino Daniele ospite a “Il Messaggero”

Pino non ci pensa, non vuole pensarci proprio, ma i sessant’anni, un’età che sembra appartenere ormai a tutto il cantautorato nazionale, stanno per arrivare anche per lui. L’appuntamento è per il 19 marzo prossimo: «Ma non farò feste pubbliche, questo è sicuro», proclama. Poi ci scherza su: «Si, sono in scia alla carriera dei Pooh. Loro sono davanti di dieci anni io sono dietro».

Personaggio schivo, Pino Daniele non ha mai amato la luce abbagliante dei riflettori e tanto meno oggi, in una fase della sua vita in cui si è sganciato definitivamente dal ruolo di idolo nazionalpopolare della nostra pop music (e lo è stato, fra i primi a riempire gli stadi in epoca in cui non era consuetudine).
E, per segnare ulteriormente questo suo distacco dal cerimoniale pubblico, eccolo tuffarsi all’indietro recuperando un gioiello della sua carriera, quel Nero a metà (terzo album della sua discografia) dove c’è buona parte della sua estetica musicale con pezzi miliari come A me me piace ‘o blues. «L’ho fatto per l’esigenza di ritornare a una sonorità che avevo cercato negli anni 70 e 80, quando ogni artista aveva un’identità sonora, non come oggi dove tutto si è massificato», ci racconta facendo visita al Messaggero. E, con quel sound, Pino ritrova anche gli amici (mai perduti) di un tempo da James Senese a Agostino Marangolo, a Tullio De Piscopo a Gigi De Rienzo.
Pino, ma è un ritorno al passato puro e semplice?
«Più che un recupero di quegli anni è la voglia di ritrovare quel clima. Erano tempi in cui c’era l’opportunità di fare musica. E oggi questa possibilità manca clamorosamente. E poi c’è la voglia di far conoscere quel l’atmosfera a quelli che non hanno mai visto i nostri concerti allora».
Pino, nel frattempo, bolle in pentola l’idea anche di un disco di canzoni nuove?
«Si, sto lavorando a un nuovo album. Che, come al solito, sarà ricerca attorno alla musica etnica».
Non sente la voglia di scrivere nuovi pezzi che possano sfondare, come è successo in passato con canzoni, per esempio scritte in italiano, come “Io per lei” o “Che male c’è”?
“Non ci penso proprio. Anzi, la regola è non pensare a quello che scrivi, non mettersi a tavolino a dire adesso compongo una bella canzone. Musica e parole devono essere una cosa istintiva, devono uscire naturalmente. Per me suonare è come mangiare. E non posso farne a meno».
Quanto può stare senza suonare?
«Ma puoi stare più di due giorni senza mangiare? Suonare fa parte di me. E’ un modo di vivere, una disciplina, è il mio modo di comunicare con gli altri».
Pare di capire che, come sta succedendo da tempo nei concerti, anche nel prossimo disco ci sarà molto spazio per gli strumenti.
«L’improvvisazione è un momento magico della musica, specie oggi dove tutto è catalogato e tutto è scontato».
E’ un eredità della sua passione per la musica nera e per il jazz?
«Non c’è dubbio, le radici sono lì».
Anche quelle dei chitarristi che sono stati i suoi riferimenti?
«Sono tanti. Da Eric Clapton col suo modo di suonare blues, allo stile spagnolo di Paco De Lucia, al jazz di John McLaughlin. Il jazz, il suono latino, e quello mediterraneo sono il mio pane».
E la canzone napoletana?
«Sono grandi melodie, non è detto che un giorno non possa fare un disco di un certo tipo di quelle canzoni».
Sta dicendo che ci ha pensato?
«Sì, ho pensato magari di fare un album solo strumentale. A casa ogni tanto me le suono quelle canzoni e mi fa piacere, fanno parte della mia vita. Certo ci sono le cose fatte da Roberto Murolo che è difficile eguagliare».
Con Nero a metà Pino ha debuttato quest’estate a Verona, in una serata speciale. Ora riprende quel concerto con una serie di date invernali. La prima è a Conegliano, il 6 dicembre, poi Bari, Roma (il 13 al Palalottomatica), Napoli (16 e 17), Milano il 22.
«Sarà un concerto denso, una parte acustica e una elettrica e oltre a Nero a metà racconterò anche altri momenti della mia carriera», anticipa.

di Marco Molendini

Pino Daniele presenta in diretta il tour “NERO A METÀ”

       (05 novembre 2014)

 

Oggi Pino Daniele è stato ospite di Paola “Funky” Gallo nell’Auditorium di Radio Italia e ha parlato in diretta del suo tourNero a metà”, di cui Radio Italia è radio ufficiale.

Prendendo spunto da un’imitazione del cantante fatta dal nostro Mauro Marino, l’intervista è iniziata con una domanda semiseria: “Credo che tu sia una delle voci della musica italiana più imitate, tu ti diverti?” e Pino è stato volentieri al gioco: “A volte me la faccio anche da solo l’imitazione, mi diverto”. E l’imitazione se l’è fatta per davvero, in diretta!

Entrando nel vivo dell’argomento tour, invece, Paola ha chiesto a Pino un commento sull’ultimo live che ha tenuto all’Arena di Verona lo scorso settembre e che è stato trasmesso in diretta da Radio Italia, con ospiti come Francesco Renga, Emma, Elisa, Fiorella Mannoia e Mario Biondi: “E’ stato un bel concerto. Non ricordo altri cantanti in lingua (dico in lingua perché io ho cantato in napoletano) all’Arena di Verona. Io ho iniziato la mia carriera proprio lì e ci tenevo a fare questo concerto con una panoramica di tutto quello che ho fatto, oltre ai brani dell’album ‘Nero a metà’. Il risultato ci è piaciuto e abbiamo deciso di ripetere”. Infatti dal concerto è nato un tour che partirà ufficialmente l’11 dicembre al Pala Florio di Bari, dopo la data Zero del 6 dicembre a Conegliano (TV), e proseguirà il 13 al Palalottomatica di Roma, il 16 e il 17 al Pala Partenope di Napoli e il 22 al Mediolanum Forum di Assago (MI): “Gli ospiti non sono ancora annunciati, ma lo scopo principale è quello di rimanere fedele al tipo di suono che ho usato in ‘Nero a metà’ e posso anticiparvi che il concerto sarà diviso in due parti: una acustica e una elettrica”. La ricercatezza nel suono è un aspetto che da sempre caratterizza la produzione di Pino Daniele: “Con il passare degli anni l’ansia di cercare un determinato suono forse si perde un po’, ma non bisogna perdere la spontaneità. I miei live sono una specie di jam session e c’è molta improvvisazione, quindi ogni concerto è diverso dall’altro”.

L’attenzione si è spostata inevitabilmente sull’argomento suono e Paola ha chiesto al cantautore se ama assistere anche a concerti solo strumentali: “Qualche volta ci vado, solo quando mi interessa veramente. Ma deve essere una cosa particolare altrimenti mi viene voglia di suonare. Una volta andai a sentire un collega e mi ha chiamato subito sul palco”. E durante la sua carriera Pino Daniele il palco l’ha condiviso con artisti internazionali di altissimo profilo, come il chitarrista Pat Metheny: “Per me è fondamentale lavorare con musicisti di un certo calibro perché con loro puoi imparare molto e confrontarti. Ogni musicista si rifà alla propria cultura e gli italiani hanno un proprio approccio: una cosa è fare un genere e un’altra cosa è farne un’imitazione. Io cerco sempre di partire da quello che è il mio background, dalla musica della mia terra, poi c’è un codice universale che è la musica stessa e che ti permette di dialogare con altri artisti. Io continuo la ricerca come musicista anche se faccio il cantante”. A questo proposito, Pino Daniele ha ricordato insieme a Paola le sue svariate collaborazioni con altri artisti italiani: “Ho prodotto un disco di Giorgia bellissimo di cui sono molto fiero, ho scritto un pezzo per Fiorella Mannoia, ho cantato con Irene Grandi e con J Ax. Ho collaborato con molti cantanti italiani perché non mi do limiti”.

Come in tutte le dirette di Radio Italia, i fan hanno interagito con Pino Daniele da casa attraverso i social network e gli sms. Il primo commento che è saltato all’occhio è in napoletano verace: “Si Gruoss!” e il cantautore ironizza: “Pensavo proprio questa cosa mentre suonavo con Eric Clapton”. Un ascoltatore ha scritto di apprezzare molto le canzoni di Pino e gli ha chiesto se ne ha già pensate di nuove: “Sto scrivendo delle canzoni e quando sarò pronto farò un nuovo lavoro. Non posso dare anticipazioni perché non so nemmeno io cosa ci sarà nell’album. Io non penso a nulla, io suono e basta. E non penso nemmeno ai social, preferisco incontrare le persone per strada con un rapporto più umano e diretto”. Un’altra domanda da casa riguarda una possibile nuova collaborazione con Emma e il cantautore non lo esclude: “Penso proprio che ci sarà. A me fa sempre piacere incontrarla: le piace molto la mia musica, ha molta grinta e un grosso talento”.

Nel tour Nero a metà, di cui Radio Italia è radio ufficiale, Pino Daniele presenterà i brani dell’omonimo disco cult pubblicato nel 1980 e sarà accompagnato proprio da quei musicisti che hanno suonato in quell’album. Sul palco ci saranno anche il percussionista Tullio De Piscopo e il sassofonista James Senese. E’ un evento attesissimo e sarebbe quasi scontato inciderne una testimonianza in CD o DVD, ma anche su questo tema Pino va contro corrente: “Non credo uscirà un DVD, non registriamo niente. Suoniamo solo per il gusto di suonare, non ci sono scopi discografici. I concerti saranno momenti particolari e ognuno sarà diverso dall’altro. E’ un po’ come nel jazz: noi abbiamo delle canzoni e ogni sera ci improvvisiamo sopra. Questa cosa non si può decidere a tavolino, si fa solo così come viene”. L’unico modo per vedere e sentire quello che succederà sul palco è quindi andare a uno dei concerti del tour: il primo appuntamento utile è la data Zero, in programma sabato 6 dicembre alla Zoppas Arena di Conegliano.

 

 

Intervista di Paola “Funky” Gallo

Pino Daniele: «Sogno un mio festival»

«Quando c’era Bassolino, in città tanti progetti e artisti
Ora invece…»

«Mi piacerebbe realizzare un Festival del Mediterraneo, una 2 o 3 giorni di musica, da fare al porto di Napoli, dove coinvolgere artisti che rappresentino la Spagna, il Portogallo, il Nord Africa… Intanto a metà dicembre (il 16 e il 17) sarò in concerto col mio Nero a metà Tour al Palapartenope». Dove quest’anno non si farà il suo concertone con gli amici di sempre, «Tutta ‘n’ata storia Friends». Ma tutto ciò era già stato abbondantemente annunciato.

Del progetto nel porto ne ha già discusso con le istituzioni cittadine?
«Non ancora, ne ho parlato con l’ammiraglio Felice Angrisano, che guida il Comando Generale delle Capitanerie di Porto d’Italia. Lui è di Torre Annunziata, è una persona in gamba e mi ha assicurato il suo appoggio. Con il Comune e la Regine. No, quest’anno non ci ho ancora provato. Quando c’era Bassolino avevo rapporti con le istituzioni napoletane. Antonio aveva grandi idee, coinvolgeva in diversi progetti artisti napoletani che avevano dato lustro alla città. Ora…».

Quindi ora niente progetti sociali?
«Grazie anche alle istituzioni di allora, in passato ho suonato all’istituto penitenziario minorile di Nisida, e poi al carcere di Poggioreale: simili esperienze mi piacerebbe rifarle, ma da allora è più difficile rapportarsi con le nuove (istituzioni) che ho provato anche a coinvolgere per il mio progetto “Tutta ‘n’ata storia Friends”, ma senza ottenere grandi risultati».

Tentar non nuoce mai.
«Infatti. Questo non vuol dire che “Tutta ‘n’ata storia Friends” non si faccia più. Ritornerò comunque a Natale del 2015 con nuove idee. Le istituzioni? Rilancio con un nuovo invito all’amministrazione cittadina. Mi piacerebbe discutere con loro della mia idea seriale di Festival del Mediterraneo. Inteso come mare, non più cimitero d’acqua per sfortunati esuli, ma culla di civiltà. Siamo tutti figli di questo mare».

Che gli ha fatto vincere pure un premio, come simbolo del Mediterraneo.
«Sono orgoglioso di aver ricevuto il Premio Mediterraneo Arte e Creatività 2014. Il mio prossimo disco al quale mi dedicherò finito il tour, sarà incentrato proprio sulle musiche del Mediterraneo. Sul quale affacciano tanti Paesi che risentono in modo particolare della crisi. Non solo Napoli, quindi soffre del malaffare, delle infrastrutture che mancano, del traffico, delle lungaggini burocratiche, della delinquenza, delle scuole ed degli ospedali che non funzionano, della disoccupazione. Ovunque c’è crisi e tutto è fermo…».

Tornando alla due giorni di dicembre al Palapartenope, il cantautore sarà accompagnato dalla band originale del 1980, composta da James Senese, Gigi De Rienzo, Agostino Marangolo, Ernesto Vitolo, Rosario Jermano, mentre il set acustico vedrà Rino Zurzolo, Elisabetta Serio e la partecipazione di Tullio De Piscopo. Ovvero tutti i «friends».

 

di Carmine Aymone

Pino Daniele: "A sessant’anni ancora nero a metà"

Il cantautore in concerto al Palapartenope il 16 e il 17 dicembre

 

MUSICANTE senza tempo, Pino Daniele sarà in concerto il 16 e il 17 dicembre al Palapartenope nell’ambito del tour “Nero a metà”, che prende il titolo dal suo leggendario album del 1980 (biglietti da 35 a 70 euro). In scaletta soprattutto i classici dell’epoca, eseguiti dal cantautore prima con un trio acustico (Tullio De Piscopo alle percussioni, Rino Zurzolo al contrabbasso, Elisabetta Serio al piano) e poi dalla band originale di “Nero a metà” (James Senese al sax, Gigi De Rienzo al basso, Agostino Marangolo alla batteria, Ernesto Vitolo al piano e Rosario Jermano alle percussioni). Più un ospite a sorpresa. “Il primo settembre  –  racconta il cantautore  –  abbiamo fatto un concerto all’Arena di Verona: doveva essere un evento unico, ma il pubblico ha reagito con un entusiasmo incredibile, cosa che francamente non mi aspettavo. Così abbiamo deciso di partire per un tour. Volevo riportare alla luce una sonorità differente, quella dei primi anni Ottanta, in un momento in cui tutto è un po’ massificato, anche in senso musicale. Un suono a cui molti oggi fanno riferimento. Non perché la musica di ieri sia migliore di quella di oggi, ma perché allora lo spirito era diverso”.

In che senso, Daniele, lo spirito di quegli anni era diverso?
“Allora si era più concentrati più sull’abilità dei musicisti, sulla loro personalità. Quelli della mia generazione sono cresciuti così e non possono cambiare. Anche se “Nero a metà” quest’anno è stato ristampato in edizione speciale, direi che non si tratta di un’operazione meramente discografica: quanti dischi possiamo vendere, alla fine? È più importante rivalutare l’identità dei musicisti in un’epoca come questa, fatta di suoni tutti uguali, senza personalità”.

Vuol dire che un tempo i musicisti erano più amati, più rispettati anche come persone?
“Sì, pensiamo a gente come Eric Clapton o Santana, oppure a Battiato e alla Pfm, solo per fare qualche nome. Erano uno diverso dall’altro e la musica era un modo per esprimere la loro personalità “.

Non si può parlare di nostalgia?
“No, questo modo di vivere la musica ha sempre fatto parte della mia vita, non appartiene al passato. L’unica differenza è che allora avevo 25 anni e ora ne ho 60”.

Li compie a marzo. Festeggiamenti in programma?
“Soltanto privati, nessuna celebrazione, non le ho mai amate. Ma nel 2015 uscirà il mio nuovo album di inediti, ho già dei pezzi pronti”.

Da molti anni non vive a Napoli, ma non ha mai troncato i rapporti con la sua città: ne ha seguito gli ultimi eventi politici e culturali?
“Sì e no, non sono uno che ama schierarsi. Vedo però quello che succede: quando uno dà fastidio e cerca di cambiare le cose, provano a toglierlo di mezzo, magari appigliandosi a degli errori che può aver fatto in buona fede, a fin di bene”.

Allude ovviamente a de Magistris, alla sua sospensione e al suo reintegro….
“Secondo me lo stavano aspettando come si dice in fondo al vico. Ma non credo che abbia fatto cose scorrette, chissà a chi ha dato fastidio, a chi era destinata quella poltrona”.

E ha seguito le celebrazioni per il trentennale della morte di Eduardo?
“Finalmente si è tornato a parlarne, era ora. Ma forse si dovrebbe fare un’operazione diversa. Non soltanto ricordarlo ma farlo studiare nelle scuole: è sconcertante che molti giovani non lo conoscano. Il teatro è come la letteratura, va studiato, altrimenti se ne perde la memoria”.

Lei non sembra avere questo problema, viene seguito da gente di ogni età…
“La canzone è diversa, ha un’altra immediatezza. Alcune canzoni sono arte, poesia, e quelle restano. È anzi il tempo a rivelarne il valore. Altre sono legate al costume del momento e non sono destinate a durare”.

E a proposito di artisti che restano. I concerti napoletani di fine anno sono per tradizione i più seguiti, anche i più rappresentativi. Quest’anno toccano a lei, il 16 e il 17 dicembre, e a Nino D’Angelo, il 27.
Intramontabili?
“No, per carità, guai a pensare che esistiamo soltanto noi. Un altro grande della nostra generazione è Enzo Gragnaniello, un vero poeta. Poi ci sono i più giovani, Clementino, Rocco Hunt. Tutti degnissimi artisti di questa città”.

 

di Antonio Tricomi

PINO DANIELE: a dicembre 6 grandi date esclusive per il concerto di "NERO A META’"

Dopo il successo del concerto-evento del 1° settembre all’Arena di Verona

6 GRANDI DATE ESCLUSIVE PER IL CONCERTO DI “NERO A METÀ

6 Dicembre CONEGLIANO (Treviso) – NUOVA DATA!

11 Dicembre BARI | 13 Dicembre ROMA | 16 e 17 Dicembre NAPOLI | 22 Dicembre MILANO

IL TOUR CON I MUSICISTI ORIGINALI DELLO STORICO ALBUM DEL 1980

E LA PARTECIPAZIONE DI Tullio De Piscopo E Di James Senese

PIU’ UN OSPITE SPECIALE PER OGNI CONCERTO

Dopo il grande successo del concerto-evento dello scorso 1° settembre all’Arena di Verona, PINO DANIELE tornerà con 6 date esclusive di “NERO A METÀ”: 6 dicembre a CONEGLIANO (TV – Zoppas Arena), l’11 dicembre a BARI (Pala Florio), il 13 dicembre a ROMA (Palalottomatica), il 16 e il 17 dicembre a NAPOLI (PalaPartenope), il 22 dicembre a MILANO (Mediolanum Forum- Assago). In questi nuovi appuntamenti, che vedranno la partecipazione di un ospite speciale per ogni concerto, PINO DANIELE sarà accompagnato dalla band originale del 1980, composta da James Senese (sax), Gigi De Rienzo (basso), Agostino Marangolo (batteria), Ernesto Vitolo (piano), Rosario Jermano (percussioni),  mentre l’Acoustic Set vedrà sul palco Rino Zurzolo (contrabbasso), Elisabetta Serio (piano) e la partecipazione di Tullio De Piscopo.

Blues, rock, jazz, sonorità acustiche, e l’immancabile tradizione napoletana: questi gli ingredienti che PINO DANIELE porterà sul palco nelle 5 date di “NERO A METÀ”. Un grande spettacolo sulle note dell’omonimo storico terzo album di Pino, dove protagoniste saranno le canzoni più belle dell’artista, da “Quanno chiove”, al brano che dichiara la sua passione di sempre, “A me me piace ‘o blues”, da “I Say I’ Sto Ccà” a “Nun me scuccià”: grandi classici che all’epoca definirono un nuovo stile musicale e che ancora oggi risultano di sorprendente freschezza.

I biglietti per le date di “NERO A METÀ”, prodotto e organizzato da 55AVE Entertainment e F&P Group (in collaborazione con Radio Italia, la radio ufficiale del tour), sono disponibili online su www.ticketone.it, nei punti vendita e nelle prevendite abituali (per info biglietti: www.fepgroup.it).

Nero a Metà (1980) è l’album della consacrazione per Pino Daniele, simbolo di quel sound inconfondibile, diventato suo marchio di fabbrica in Italia e all’estero. Le melodie, la fusione tra tradizione partenopea, blues, rock e jazz hanno reso questo disco un pilastro della musica italiana, tanto che ancora oggi è nella classifica Rolling Stone Italia dei “100 album più belli di sempre” ed è stato premiato ai Music Awards 2014 come uno degli album che hanno lasciato un segno nella storia della musica italiana. Per celebrarlo, l’album è stato pubblicato da Universal Music Italia in una nuova edizione rimasterizzata “NERO A METÀ” Special Extended Edition, disponibile anche in doppio vinile da 180 grammi in edizione limitata e numerata in 1.000 esemplari. Il primo Lp contiene la versione rimasterizzata dell’album originale mentre il secondo Lp contiene i due preziosi brani inediti (“Tira A Carretta” e lo strumentale “Hotel Regina”) e i nove brani in versioni alternative e demo tratti dalle registrazioni originali, già contenuti nell’edizione in cd.

Quest’anno PINO DANIELE ha ricevuto il “Premio Mediterraneo Arte e Creatività 2014”, considerato tra i più importanti al mondo, per aver coniugato contaminazioni culturali e musicali, identificando nella cultura mediterranea quel mix di sound e di passione che costituiscono la base fondamentale della sua arte.

Milano, 3 novembre 2014

Ufficio Stampa Pino Daniele: Parole & Dintorni (Resp. Riccardo Vitanza | Rif. Anna Pompa)

Ufficio Promozione F&P Group: Francesco Colombo – Francesco Negroni