Archivio mensile:Maggio 2014

Il 3 giugno esce “NERO A METÀ’ ” Special Extended Edition

IL 3 GIUGNO ESCE “NERO A METÀ” Special Extended Edition l’album rimasterizzato con 2 brani inediti tratti dai nastri originali! 9 versioni alternative e demo mai pubblicate prima d’ora

Nero a metà Special Extended Edition - cover

Il 3 giugno esce “NERO A METÀ” Special Extended Edition (pubblicato da Universal Music Italia), lo storico terzo album di PINO DANIELE, uno degli album più importanti della storia della musica Italiana! Sono stati recuperati i nastri originali e rimasterizzati i 12 brani che costituivano l’album. Inoltre da quelle stesse registrazioni del 1980 sono stati tratti due preziosi brani inediti (di cui uno strumentale) e nove brani in versioni alternative e demo, che i fan avranno l’emozione di ascoltare per la prima volta. L’album sarà disponibile nei negozi tradizionali, in digital download e su tutte le piattaforme streaming. NERO A METÀ” Special Extended Edition è arricchito da un libretto di 28 pagine tra testi e contenuti extra di un album simbolo di quel sound inconfondibile, diventato il marchio di fabbrica di PINO DANIELE in Italia e all’estero, e che è ancora oggi nella classifica Rolling Stone Italia dei “100 album più belli di sempre” .

Ecco la tracklisting completa di “NERO A METÀ” Special Extended Edition:I Say I’ Sto Ccà”, “Musica Musica”, “Quanno Chiove”, “Puozze Passà’ Nu Guaio”, “Voglio Di Più”, “Appocundria”, “A Me Me Piace ‘O Blues”, “E So’ Cuntento ‘E Stà’”, “Nun Me Scoccià’”, “Alleria”, “A Testa In Giù”, “Sotto ‘O Sole”, “Tira A Carretta” (Inedito), “Voglio Di Più” (Demo piano e voce), “Puozze Passà’ Nu Guaio” (Versione alternativa), “A Testa In Giù” (Demo), “Musica Musica” (Demo), “Alleria” (Demo), “Nun Me Scoccià’” (Demo), “Appocundria” (Demo), “E So’ Cuntento ‘E Stà’” (Versione alternativa), “Sotto ‘O Sole” (Versione alternativa), “Hotel Regina” (Inedito strumentale).

Cresce l’attesa per “NERO A METÀ”, spettacolo imperdibile che Pino Daniele porterà il 1° settembre all’Arena di Verona, con la band originale del 1980, ospiti speciali e l’orchestra sinfonica: un evento musicale unico, ideato proprio sulle canzoni dell’omonimo album di Pino Daniele. I biglietti per l’evento “NERO A METÀ” sono disponibili su www.ticketone.it, nei punti vendita e nelle prevendite abituali Unicredit e Ticketone (per info:www.fepgroup.it).
“Nero a metà” è prodotto e organizzato da 55AVE Entertainment e F&P Group in collaborazione con Radio Italia, la radio ufficiale dell’evento.
All’Arena di Verona Pino Daniele porterà sul palco la formazione originale del 1980: James Senese (sax), Gigi De Rienzo (basso), Agostino Marangolo (batteria), Ernesto Vitolo (piano e tastiere), Rosario Jermano (percussioni) e Tony Cercola (bongos), con l’aggiunta di 50 elementi dell’orchestra sinfonica “Roma Sinfonietta” diretta dal M° Gianluca Podio.
Ad arricchire ulteriormente lo spettacolo ci saranno poi gli amici e colleghi di Pino
che hanno accompagnato, arricchito e stimolato il suo percorso artistico, per una serata che si preannuncia indimenticabile.

Inoltre quest’estate Pino Daniele sarà impegnato in una serie di concerti in cui reinterpreterà i suoi brani più belli in acustico (con lo spettacolo “Acustico”) e con orchestra sinfonica (con lo spettacolo “Sinfonico a Metà”), per alcune date esclusive che lo porteranno a suonare nei festival più prestigiosi e nelle località più belle della Penisola, da Nord a Sud (info biglietti su www.fepgroup.it).

SINFONICO A METÀFormazione: 50 elementi dell’orchestra sinfonica “Roma Sinfonietta” diretta dal M° Gianluca Podio, oltre alla band con Rino Zurzolo (contrabbasso), Daniele Bonaviri (chitarra classica), Elisabetta Serio (pianoforte) ed Alfredo Golino (batteria). Le date ad oggi confermate:l’11 luglio alla Reggia di Caserta, il 18 luglio alla Cavea dell’Auditorium Parco della Musica di Roma e il 22 agosto al Teatro Antico di Taormina(ME).

“ACUSTICOFormazione: Rino Zurzolo (contrabbasso), Daniele Bonaviri (chitarra classica), Elisabetta Serio (pianoforte) ed Alfredo Golino(percussioni). Le date ad oggi confermate: il 6 luglio al Ravello Festival (SA), il 14 luglio a Campione D’Italia (Piazza Maestri Campionesi – CO), il 7 agosto alla Beach Arena di Lignano Sabbiadoro (UD) e il 24 agosto al Teatro di Verdura di Palermo.

«Nero a metà, un ritorno dal vivo ma anche su disco»

      (7 maggio 2014)

Il cantautore rilegge il suo album-capolavoro del 1980. E parla dei concerti all’Arena di Verona, alla Reggia di Caserta e al Festival di Ravello

 

Un classico. Che, come tale, può essere riletto, rivisto, riproposto. Pino Daniele riparte da «Nero a metà», storico lp del 1980. E non solo con il concerto dell’1 settembre all’Arena di Verona in cui lo riproporrà integralmente, ma con una ristampa destinata a far la gioia dei fans, tra inediti e versioni alternative.

Perché rimettere mano proprio a quel terzo album, Pino?
«Perché quel titolo me lo porto appresso come una seconda pelle, perché secondo ”Rolling Stone” è al diciasettesimo posto della classifica dei dischi italiani più belli di sempre, perché era dedicato a Mario Musella, perché con ”Nu me scuccia’” feci il bis all’Arena di Verona per il Festivalbar, dov’ero stato l’anno prima con ”Je so pazzo” e dove poi sono tornato spesso, anche da vincitore».
Ma come riprorre «Quanno chiove» e «Apucundria»?
«Mi sono lasciato catturare dall’idea del mio manager, Ferdinando Salzano, di rimettere mano, proprio a Verona, dove sono stato il primo a cantare in napoletano, a quelle canzoni. Lo farò con la band di allora – James Senese (sax), Gigi De Rienzo (basso), Agostino Marangolo (batteria), Ernesto Vitolo (piano e tastiere), Rosario Jermano (percussioni) e Tony Cercola (bongos)- più la Roma Sinfonietta diretta da Gianluca Podio».
«A me me piace ’o blues» in versione sinfonica?
«Non è detto. Con James & Co. possiamo goderci il nostro sound da mascalzoni latini in qualsiasi momento, lasciando poi entrare gli archi quando servono. Fu quel disco a darmi credibilità e spessore, a rilanciare la canzone partenopea: Carosone l’aveva rinnovata nel dopoguerra, ora toccava a me. Con il richiamo dell’Arena e dell’orchestra eviteremo il rischio della nostalgia, del suonarci addosso: ci sarà una platea internazionale. Il 1980 era un momento magico, di speranze artistiche e politiche. Ripeterlo è impossibile, riviverlo no: terrò insieme la musica di domani, che sto preparando, con quella di ieri, e molti ospiti».
Nomi?
«Non ancora. Amici italiani».
Da Jovanotti a De Gregori, dalla Mannoia a Ramazzotti, da Raiz a Zulù, da Giorgia alla Grandi. Le tue collaborazioni, anche in campo nazionale, sono tante. Ma che cosa ti interessa nella nuova scena?
«Rapper come Clementino e Rocco Hunt, e non perché mi trattano come un caposcuola, ma perché sono riusciti a integrare il rap con le radici napoletane».
Il ritorno del «Nero a metà» non si ferma qua.
«No, nel rimettere mano al disco sono venute fuori delle chicche, delle curiosità: lo faremo riuscire su cd con l’aggiunta di versione diverse di qualche pezzo, come la versione reggae di ”Puozze passa’ nu guaio”. Poi ci sono ”Tira a carretta”, che era nella colonna sonora di ”La mazzetta”, e un breve strumentale, ”Hotel regina”».
«Tira ’a carretta mo’/ che hai perso tiempo/ tirala sienza diente ’ca strada è bona/ e nun cerca’ chiù scuse/ tira pe’ncoppa a sagliuta…». È un ciucciariello, memore di Murolo e Modugno, il protagonista della piccola ballata inedita, utilizzata nel 1978 per la colonna sonora del film di Corbucci tratto dall’omonimo romanzo di Veraldi e uscita, forse per sbaglio, solo in un lp del ’78 ricercatissimo dai collezionisti, «Sax club number 17», del sassofonista easy listening Gil Ventura. Ma torniamo al fronte del palco: Verona non sarà l’unica tappa del progetto con l’orchestra.
«L’esperimento dell’anno scorso mi è piaciuto, così rilancio con ”Sinfonico a metà”, con cui debutto l’11 luglio nella Reggia di Caserta, per essere poi il 18 luglio all’auditorium di Roma e il 22 agosto al teatro antico di Taormina. Qui, con la mia band – Rino Zurzolo (contrabbasso), Daniele Bonaviri (chitarra classica), Elisabetta Serio (pianoforte) ed Alfredo Golino (batteria) – allarghiamo il raggio alla mia intera produzione, che pure un po’ di spazio all’Arena la troverà».
E poi c’è il tour «Acustico».
«Stessa band, spazi più ristretti, dove le chitarre bastano e avanzano, e un altro debutto quasi casalingo, il 6 luglio al Ravello Festival, a Villa Rufolo».
Intanto la «tua» piazza del Plebiscito riapre per Mika.
«E per la Nutella. Che dire? Triste che chiuda per Springsteen e si riesca a riaprirla per uno sponsor. Napoli ha bisogno di spazi per la musica».
A proposito, ma almeno a Capodanno i napoletani potranno ritrovare il loro uomo in blues?
«Lo spero, ”Tutta n’ata storia” al Palapartenope sta diventando una nuova tradizione, io ce la metterò tutta per mantenerla, anche la storia di ”Nero a metà” parte da quell’esperienza».
Napoli oggi. Napul’è Genny ’a Carogna? Napul’è «Gomorra» in tv con le polemiche prima della messa in onda?
«Napul’è sempre la carta sporca di cui nessuno ha cura, a cominciare da noi napoletani. Ed è anche l’ombelico del mondo: in tutti gli stadi c’è violenza, ci sono infiltrati, neofascisti travestiti da tifosi. Ma se succede da noi…».

 

di Federico Vacalebre

Nero a metà, l’Arena per intero

Cresce l’attesa per «Nero a metà», il concerto-evento che Pino Daniele porterà l’1 settembre in Arena con la band originale di quel disco del 1980, una serie di ospiti speciali e l’orchestra Roma Sinfonietta (biglietti già in vendita su Ticketone.it, nei punti vendita e nelle prevendite abituali Unicredit e Ticketone). Per risuonare i brani di quel disco – inserito da Rolling Stone Italia nei «100 album più belli di sempre», il musicista napoletano avrà al suo fianco James Senese (sax), Gigi De Rienzo (basso), Agostino Marangolo (batteria), Ernesto Vitolo (piano e tastiere) con Rosario Jermano (percussioni) e Tony Cercola (bongos).

Pino, perché all’Arena un concerto del genere?
Perché l’anfiteatro fa parte della mia storia. Lì ho cantato al Festivalbar il mio 45 giri Je so’ pazzo, dal mio secondo album del 1979, e per me quella è stata una bella scommessa, perché era difficile far passare quel pezzo alla radio e alla tv. Mi è sembrato giusto portare il concerto di Nero a metà all’Arena.
Che idea sta dietro alla riproposizione di quel disco di più di 30 anni fa?
Volevo ricordare quel lavoro, il tipo di ricerca che ho fatto all’epoca, per continuare con la stessa band, aggiungendoci però un’orchestra sinfonica. Quel disco segnò un momento speciale, e non solo della mia vita. Molti quarantenni di oggi possono confermarlo: Nero a metà ha segnato un’intera generazione. Con quelle canzoni e con i musicisti di allora, quelli che ritroveremo all’Arena, abbiamo realizzato un disco che non era solo un disco: era denuncia sociale.
Cosa dobbiamo aspettarci dalla serata dell’1 settembre?
Una prima parte con l’orchestra, poi la resa per intero di Nero a metà e poi altre canzoni da altri miei dischi. Sarà un concerto molto compatto. La nostalgia non c’entra: vogliamo recuperare non tanto l’emozione di allora, ma vivere la musica di quel disco con la consapevolezza di oggi. Perché quando canto L’aria s’adda cagna (l’aria deve/dovrà cambiare, ndr) mi rivedo a 24-25 anni, certo, ma non sento di ripetermi, quanto di capire altre sfumature di quella strofa.
In Nero a metà c’è appunto la meravigliosa Quanno chiove. Perché altri artisti ne hanno fatto versioni in inglese e in portoghese?
Credo abbia una melodia che modernizza la tradizione napoletana, che è stata la nostra vera canzone internazionale, conosciuta in tutto il mondo. Artisti come Mina e Randy Crawford (oltre a Patricia Marx, Dilene Ferraz, Giorgia ed Eros Ramazzotti, ndr) hanno trovato, penso, una melodia che unisce canzone napoletana e soul-jazz. In fondo, da Carosone fino a Tony Esposito, Edoardo Bennato e tanti altri, siamo tutti parte della nuova canzone napoletana, quella contemporanea. Ed è importante far capire oggi che facevamo parte di un movimento culturale.
In Nero a metà ci sono le tue prime composizioni in italiano, come la disincantata Voglio di più e Musica, musica. Perché abbandonasti la lingua napoletana in questi pezzi?
Perché volevo unire il mondo cantautorale, quello dei grandi scrittori di canzoni anni Sessanta-Settanta, con il jazz, la musica strumentale che amavo. Volevo creare un ponte tra la canzone d’autore e gli standard jazz.

 

di Giulio Brusati

Pino Daniele in concerto, prima acustico poi sinfonico

Due appuntamenti con il cantautore. A Ravello il 6 luglio, a Caserta l’11. “Sono stanco della routine, voglio fare cose nuove, suonare in posti in cui non ho mai suonato prima. Saranno recital diversi tra loro ma intimamente legati al mio mondo, alle radici latine: in scaletta ci saranno i brani più classici

 

Prima la band acustica. Poi l’orchestra sinfonica. Soltanto due concerti estivi per Pino Daniele in Campania, il 6 luglio a Ravello (Villa Rufolo, ingresso 50 euro) e l’11 luglio nel Parco della Reggia di Caserta (da 35 a 52 euro). Due set diversi, due diversi modi di trattare il repertorio “classico” del cantautore napoletano. In attesa di altri due eventi speciali: la riproposizione in chiave sinfonica dello storico album “Nero a metà”, il primo settembre all’Arena di Verona, e la terza edizione della kermesse “Tutta ‘n’ata storia”, negli ultimi giorni di dicembre al Palapartenope.

È la sua strategia per quest’anno, Daniele? Pochi concerti, uno diverso dall’altro, e nessun disco nuovo. Anzi, l’accento è sul repertorio storico e sulle sue possibili riletture.
“La verità è che non m’interessa più la solita routine: il nuovo disco, il tour promozionale, gli stadi eccetera. Sono cose che ho già fatto, non mi appartengono più. Non mi voglio fermare, voglio andare avanti. Non ho mai suonato né a Ravello né nella Reggia di Caserta e quest’anno lo farò per la prima volta. A Ravello con un quartetto acustico, a Caserta con un’orchestra sinfonica”.

Il repertorio?
“Due concerti diversi. Ma entrambi intimamente legati al mio mondo, alle mie radici, alla mia vocazione latina. E in scaletta ci saranno i miei brani più classici”.

E Napoli? Resta fuori da questo giro di concerti?
“A  Napoli tornerò subito dopo Natale. Al Palapartenope, per il terzo anno consecutivo, con una serie di show centrati sulle nostre radici, sull’impareggiabile vicenda musicale della nostra città. L’anno scorso c’erano la Nuova Compagnia di Canto Popolare, gli Osanna e Clementino tra gli altri. Quest’anno ci saranno altri artisti. Il concerto era aperto dal pazzariello: mio figlio non l’aveva mai visto, ma quando io ero piccolo era una figura molto popolare nelle strade di Napoli. Questo per dire dell’importanza delle radici, di come sia necessario insistere sulla nostra identità”.

Ha seguito le polemiche tra sindaco e soprintendente sulla concessione di piazza Plebiscito?
“Quest’anno c’è la Nutella, vero?”.

E l’anno scorso Bruce Springsteen, neanche allora le polemiche mancarono. Lei fu il primo a sdoganare quella piazza nel 1981. Concerto storico, folla sconfinata…
“Prima di me, in quel modo, la piazza l’aveva riempita solo il papa. Ma in entrambi i casi l’accesso era gratuito. Poi ci sono tornato altre volte. Diciamo che per un concerto in una piazza come quella non si dovrebbe pagare il biglietto. O se sì, l’incasso dovrebbe essere devoluto per una finalità sociale.  Però è anche vero che siamo tutti figli del marketing e forse non ha molto senso irrigidirsi contro le così dette manifestazioni commerciali”.

Lei in quella piazza ha suonato diverse volte, così come ci hanno suonato tanti altri artisti. Ai tempi, però, nessuna polemica sul rispetto dei monumenti.
“Ma non si possono paragonare cose tanto diverse e tanto lontane nel tempo. Con Bassolino sindaco la piazza veniva molto utilizzata per la musica, con manifestazioni a ingresso libero, ma c’era un’idea diversa della conduzione della cultura in città. De Magistris si muove in modo diverso, tra difficoltà che all’epoca non c’erano”.

Di qui le scelte “commerciali”?
“Il problema non è tanto vietare lo striscione di questo o quel prodotto, ma la gestione dei beni culturali in generale. Poi si può anche suonare per uno sponsor, l’importante è la qualità della proposta. Non molti anni fa, sempre in piazza Plebiscito, mi sono esibito per il Cornetto Algida. C’era anche Santana. Insomma, la qualità era garantita. Io poi non so nemmeno chi suonerà per la Nutella. Chi suonerà?”.

Mika.
“Eh… auguri”.

 

di Antonio Tricomi

Pino Daniele ritorna al passato: "Festeggio il mio Nero a metà"

Il cantautore svela a Tgcom24 l’evento del primo settembre all’Arena di Verona

 

Pino Daniele il primo settembre all’Arena di Verona celebrerà l’album storico “Nero a metà” con la band originale del 1980, ospiti speciali e l’orchestra sinfonica. Il cantautore rivela a Tgcom24 che il nuovo disco uscirà nel 2015, definisce i rapper “poeti moderni” e sui fatti di Coppa Italia ha le idee chiare: “Un caos voluto”. Infine ha fiducia in Renzi: “Bene fare le cose in fretta, la gente non aspetta. Grillo? Critica sempre”.

 

Come mai hai deciso di celebrare “Nero a metà”?
E’ stata una idea di Ferdinando Salzano, amministratore delegato della mia agenzia live F&P Group, e anche a me sembrava giusto rendere omaggio ad un album che è stato uno spartiacque nella musica napoletana. Con quel disco abbiamo dato una svolta moderna a tutto il repertorio. Dopo quasi quarant’anni quella rivoluzione è ancora oggi viva nell’aria. Nel 1979-1980 si mandavano tanti messaggi sociali e sono nate le scuole musicali napoletane, romane oltre a quella genovese. Un vero e proprio movimento partenopeo.
L’hip hop ha raccolto quella eredità?
Io dico sempre che i rapper sono i nuovi poeti. Mi vengono in mente J-Ax, Clementino, Jovanotti e Fedez. Ma anche Almamegretta, Negrita e Negramaro hanno contribuito a rinnovare la nostra musica.
Cosa vedranno i tuoi fan il primo settembre a Verona?
Sono molto legato all’Arena perché in un lontano Festivalbar cantai ‘Je so pazz’, era il mio debutto. Comunque sarà un vero evento in cui porterò sul palco la mia formazione originale del 1980 da James Senese a Agostino Marangolo, con l’aggiunta di 50 elementi dell’orchestra sinfonica Roma Sinfonietta, diretta dal Maestro Gianluca Podio.
Ne sarà tratto un cd-dvd live?
No perché non mi piacciono queste operazioni. Chi viene godrà dello spettacolo e chi non viene… peggio per lui (ride, ndr).
Stai già lavorando al nuovo disco?
Uscirà il prossimo anno. E’ un album di ricerca come lo fu ‘Medina’ per la musica mediterranea. Ed è probabile che ci siano ospiti.
Sarà un lavoro autoprodotto?
Non lo escludo, vorrei fosse autoprodotto.
Che ne pensi dei fatti di Coppa Italia e delle polemiche scaturite per le infiltrazioni della Camorra nella tifoseria napoletana?
Se ci pensiamo ci sono sempre stati gli infiltrati quando accadono disordini di questo genere. Non mi meraviglio, quando purtroppo succede. Penso che questo caos sia stato voluto e organizzato. Lo sport deve rimanere un momento di gioia e di festa.
Il premier Renzi dice che bisogna fare le cose in fretta, ha ragione?

Ha ragione perché la gente è stufa di aspettare, la disperazione che c’è in giro è fortissima. Ci vogliono segnali nuovi, forti e sono fiducioso che ci possano essere delle risposte in merito.
E Grillo?
Ma lui critica sempre. Il suo ruolo è quello.

 

di Andrea Conti

Pino Daniele: ‘All’Arena di Verona, sarà un evento unico’

 

Quello che Pino Daniele terrà il prossimo 1 settembre all’Arena di Verona sarà un appuntamento unico. Unico perché l’uomo in blues riporterà interamente dal vivo il suo storico terzo album “Nero a metà” a 34 anni dalla pubblicazione; unico anche perché per l’occasione l’artista sarà accompagnato sul palco dalla band originale del 1980 con tanto di James Senese, Gigi De Rienzo, Agostino Marangolo, Ernesto Vitolo, Rosario Jermano e Tony Cercola: “In questi anni sono cambiate tante cose” ci ha raccontato il cantante, proseguendo: “La musica aveva una funzione diversa da quella che ha oggi. Però per noi è cambiato poco nel senso che non abbiamo fatto altre che ripercorrere le nostre esperienze musicali sempre nello stesso modo. E proporre questo nostro fare musica insieme all’Arena sembrava il modo migliore per poter far capire quel mondo alle persone che mi seguono”; unico perché oltre alle eccellenze in formazione anche un’orchestra, la Sinfonietta di Roma con i suoi 50 elementi diretti dal Maestro Gianluca Podio, farà da cornice al concerto evento: “La Sinfonietta nella cornice dell’Arena di Verona rispecchia quella che è stata sempre una mia ambizione. La voglia di fare qualcosa di bello e importante. L’orchestra da un grande senso di italianità, un colore classico alle cose. Vedremo, sarà una bella emozione secondo me.”

Protagoniste dello spettacolo saranno le celebri canzoni che sono entrare a far parte del repertorio musicale e culturale comune; per questo motivo, dietro al progetto, non c’è solo un intento prettamente celebrativo, ma qualcosa di più: “perché sono pezzi che ancora oggi io suono in giro quando faccio i miei concerti. Non verranno ripresi solo per l’occasione, fanno parte del mio repertorio. Hanno segnato la vita di molte persone per questo negli anni me li hanno sempre richiesti. E’ un modo per stare più vicino alla gente, ecco cos’è un concerto del genere.”

L’idea dell’appuntamento all’Arena di Verona è strettamente legata alla ristampa del disco: “Un disco  che negli anni ’80 mi ha dato la possibilità di creare un nuovo modo di far canzone, per quanto riguarda la canzone napoletana che poi si è un po’ trasformata, si è allontanata dalla forma tradizionale e questo così è diventato a sua volta un classico. Nasce anche da un’ esigenza discografica di riprendere quel disco, aggiungerci inediti dell’epoca e ristamparlo anche in vinile, quindi per i collezionisti. E’ stata poi un’occasione per mettere insieme la vecchia band e riproporre la nostra musica.” 

Gli inediti aggiunti dunque “sono venuti fuori dalle registrazioni vecchie e che non sono mai stati considerati. E’ come avere un vinile con la voce di allora, le chitarre di allora. Non ci abbiamo messo le mani per lasciare quel sapore.”

Il concerto evento, infine, sarà unico nel senso che non verrà riproposto in altre parti d’Italia: “Già ogni anno organizziamo a Napoli un appuntamento a fine anno, una rassegna di sei giorni con tutti gli artisti napoletani. Quella è una cosa che faremo sempre, questo invece sarà un evento unico.” Per qualcosa di nuovo comunque, i fan del bluesman dovranno attendere l’anno venturo: un progetto  nuovo c’è, e lui – ci ha assicurato – ci sta lavorando “piano piano”.

 

di Redazione Rockol

Cresce l’attesa per l’imperdibile concerto-evento sulle note dello storico album “Nero a metà”

Sul palco i musicisti della formazione originale del 1980
insieme all’orchestra sinfonica ed ospiti speciali

 

Cresce l’attesa per “NERO A METÀ”, spettacolo imperdibile che Pino Daniele porterà il 1° settembre all’Arena di Verona, con la band originale del 1980, ospiti speciali e l’orchestra sinfonica: un evento musicale unico, ideato sulle canzoni dell’omonimo storico terzo album di Pino Daniele pubblicato nel 1980 (da cui ha avuto origine quel sound inconfondibile che è diventato il suo marchio di fabbrica, in Italia e all’estero), tra gli album più venduti di quell’anno ed ancora oggi nella classifica Rolling Stone Italia dei “100 album più belli di sempre”.

I biglietti per l’evento “NERO A METÀ” sono disponibili sul www.ticketone.it, nei punti vendita e nelle prevendite abituali Unicredit e Ticketone (per info: www.fepgroup.it). “Nero a metà” è prodotto e organizzato da 55AVE Entertainment e F&P Group in collaborazione con Radio Italia, la radio ufficiale dell’evento.

All’Arena di Verona andrà in scena un concerto-evento, in cui Pino Daniele porterà sul palco la formazione originale del 1980: James Senese(sax), Gigi De Rienzo (basso), Agostino Marangolo (batteria), Ernesto Vitolo (piano e tastiere), Rosario Jermano (percussioni) e Tony Cercola(bongos), con l’aggiunta di 50 elementi dell’orchestra sinfonica “Roma Sinfonietta” diretta dal M° Gianluca Podio.

Ad arricchire ulteriormente lo spettacolo ci saranno poi gli amici e colleghi di Pino che hanno accompagnato, arricchito e stimolato il suo percorso artistico, per una serata che si preannuncia indimenticabile.

Inoltre quest’estate Pino Daniele sarà impegnato in una serie di concerti in cui reinterpreterà i suoi brani più belli in acustico e con orchestra sinfonica, per alcune date esclusive che lo porteranno a suonare nei festival più prestigiosi e nelle località più belle della Penisola, da Nord a Sud. Le date ad oggi confermate di “Sinfonico a Metà” sono l’11 luglio alla Reggia di Caserta, il 18 luglio alla Cavea dell’Auditorium Parco della Musica di Roma e il 22 agosto al Teatro Antico di Taormina (ME). Le date ad oggi confermate di “Acustico” sono il 6 luglio al Ravello Festival (SA), il 14 luglio a Campione D’Italia (Piazza Maestri Campionesi – CO), il 7 agosto alla Beach Arena di Lignano Sabbiadoro (UD) e il 24 agosto al Teatro di Verdura di Palermo. (Info biglietti su www.fepgroup.it).

Pino Daniele all’Arena di Verona farà rivivere “Nero a metà”

 

Nella giornata di oggi (05 maggio 2014) che Radio Italia gli ha dedicato, Pino Daniele ha raggiunto i microfoni di Paola “Funky” Gallo per presentare “Nero a metà”, il concerto dell’1 settembre all’Arena di Verona in cui riproporrà i brani dell’omonimo disco del 1980: “Questo concerto si fa perché a casa non trovo più i miei vinili”, ha scherzato Pino, “magari qualche fan me li porterà all’Arena”.

Al live suonerà la formazione originale dell’epoca: “Ci sarà soprattutto la band. Lo scopo era di rivalutare questo lavoro che era importante per diversi aspetti. Era un momento magico, il momento di una canzone napoletana nuova. Ripeterlo è impossibile ma riviverlo sì. E poi c’è l’orchestra che diversifica i concerti degli anni 80. Sicuramente ci sarà la musica di domani, che sto preparando, quella di ieri e molti ospiti”.

La chiacchierata scivola sull’inizio della carriera di Pino, espressione di una forma canzone diversa dal solito: “Sono stato fortunato, erano anni fertili, si suonava nelle cantine e si sperimentava. Io non volevo cantare, volevo far parte di un gruppo. Alla fine, anche ispirato da Tenco, scrissi canzoni in napoletano per esprimere le emozioni che avevo assimilato. Poi incontrai un produttore e incisi ‘Terra mia’ che vendette 2mila copie. Nell’album successivo inserì ‘Je so’ pazzo’ che feci live per la prima volta all’Arena di Verona durante il Festivalbar… Per non farmi riconoscere mi misi un cappello in testa…”.

Alla domanda sulle differenze tra il ruolo della musica ieri e oggi, Pino risponde così: “Quando ho iniziato io, la musica aveva una funzione sociale mentre oggi ne ha un’altra, soprattutto fra i giovani. Io suono la chitarra, sono un ricercatore, non mi piace il suono elettronico, cerco di suonare nel miglior modo possibile per trovare una soluzione alle canzoni e alla musica. Non sono molto attento al mercato. Prima volevo sempre cercare il pezzo di successo e non vivevo più. Lo dico seriamente: è pericoloso fare il mestiere del cantante. Ora ho smesso di voler stare al centro dell’attenzione, voglio solo suonà”.

La chiusura dell’intervista è dedicata al giudizio di Pino sulla Napoli di oggi, musicale e sociale: “Dal punto di vista artistico, con i ‘Rocco Hunt’ e i ‘Clementino’ c’è una nuova leva interessante. Clementino, ad esempio, è molto legato alla sue radici. È già venuto a suonare con noi, è stato straordinario. L’hip hop è un nuovo modo di scrivere e di parlare dei problemi, non solo di Napoli ma di tutta la provincia e del Sud. Riguardo alla città, invece, non so dire se stia meglio rispetto al passato. Si vive diversamente, oggi c’è una comunicazione immediata che ha stravolto totalmente i vecchi parametri. Non sono un profeta, io osservo e cerco di adeguarmi o di portare avanti il mio discorso”.

 

di Redazione Radio ItaliaPaola Gallo