Archivi categoria: TV

Rai2 ripropone Unici “Tu dimmi quando – Pino Daniele”

 

Mercoledì 3 giugno, a mezzanotte, Rai 2 ripropone la puntata di UniciTu dimmi quando – Pino Daniele” (con l’aggiunta di ulteriori contributi inediti). Il programma, raccontato dall’autore Giorgio Verdelli, ha riscontrato ottimi consensi anche su Rai Replay e sui social network. Inoltre, una sintesi del programma è stata proposta lo scorso 19 maggio a Napoli per la manifestazione “Maggio dei monumenti” dedicata a Pino Daniele.

Pino Daniele è stato soprattutto espressione di una peculiare relazione col territorio, in un rapporto “intimo” con Napoli, un’intimità che non gli ha impedito di diventare artista internazionale e una sorta di “guru” di quella musica dell’anima che oggi si definisce glocal. Ma Pino Daniele ha una importanza che va molto aldilà della valenza musicale delle sue canzoni. L’artista, insieme ai tanti musicisti che hanno collaborato con lui e hanno creato un suono unico, ha significato una Napoli diversa, antichissima e moderna insieme, in cui gli spiriti della “Bella ’mbriana” e quelli del pallone andavano a braccetto col blues, Pulcinella, la tamurriata ed il funky.

Le sue canzoni, oggi più che mai fanno da guida, conducono, alla stregua di “genius loci”, in tanti percorsi all’interno della città e dei “mondi” raccontati: il mondo di un ragazzo che non si accontentava della “tazzulella ‘e cafè” perché aveva un’urgenza di raccontarsi dentro quella che per sempre è rimasta “Terra Mia”.

Nel programma importanti contributi di amici e collaboratori del cantautore partenopeo: da James Senese a Tullio De Piscopo, Toni Esposito, Rino Zurzolo, Joe Amoruso, Gigi De Rienzo, Ernesto Vitolo sino ad Enzo Avitabile, Rocco Hunt e Clementino.

Spicca un’intervista esclusiva ad Edoardo Bennato, che ricorderà le origini musicali di Pino Daniele, con cui ha condiviso anche alcuni musicisti. Ed ancora Roberto De Simone, fondatore della Nuova Compagnia di Canto Popolare, il regista ed autore Mario Martone, lo scrittore Maurizio De Giovanni oltre ad un particolare omaggio realizzato da Tony e Peppe Servillo.

Enzo Gragnaniello tornerà nella scuola elementare che frequentava con Pino Daniele e ritroverà il registro di classe. Dalla scuola al vicino Bar Battelli, dove Gragnaniello faceva il garzone e di cui si parla nel brano “Na Tazzulella ‘E Cafe’”.

Altro luogo molto amato dal cantautore è la Pizzeria del Gallo, nel rione Sanità di Napoli: in questo locale Pino Daniele ha scritto, appuntandole sui tovaglioli, le prime canzoni. Lo ricorderanno Rosario Jermano, il primo a suonare con il musicista, Peppe Lanzetta e Gino Giglio. Non mancheranno filmati inediti, come quello del ‘92 ad Umbria Jazz dove nel backstage arriva anche Massimo Troisi o una festa privata dei primi anni ’90 con l’artista che suona la celebre “Tu dimmi quando” ed una cover di Jimy Hendrix. Ancora Ciro Ferrara ci mostra il filmato della festa a casa sua con Pino che suona “Je so Pazzo” e Maradona che balla con gli altri calciatori del Napoli. Altri momenti inediti saranno raccontati da Gianni Guarracino (della prima band di Daniele) e dal leader degli Osanna, Lino Vairetti, che nel 1975 si occupava anche di fotografia e realizzò alcuni scatti per l’esordio discografico di Pino Daniele. Alcune di quelle foto esclusive saranno mostrate nel corso dello speciale “Unici”. Anche i produttore cinematografici Gaetano Daniele e Claudio Bonivento ricorderanno l’artista. Non mancheranno provini rarissimi, che faranno ascoltare la versione embrionale di “Napule è” e ricordi del fratello Nello Daniele, di Gianni Minà, Eros Ramazzotti, Jovanotti, Ornella Muti e Renzo Arbore.

“Unici” è un programma scritto e diretto da Giorgio Verdelli con la collaborazione di Annalisa Manduca, Umberto Santoro e Silvia Fiorani.

"Tu dimmi quando – Pino Daniele", Rai 2 presenta Unici

 

Ad un mese dalla scomparsa, Rai 2 dedica a Pino Daniele una serata speciale della serie “Unci“. L’appuntamento,  dal titolo “Tu dimmi quando – Pino Daniele”, in onda martedì 3 febbraio, alle 21:10, raccontato dall’autore Giorgio Verdelli, che ha conosciuto  bene l’artista, vuole essere il ritratto del musicista, della città e dell’esplosione di creatività che negli anni 80’ ha reso Napoli protagonista di un grande rinnovamento.

Pino Daniele è stato soprattutto espressione di una peculiare relazione col territorio, in un rapporto “intimo” con Napoli… una intimità che non gli ha impedito di diventare artista internazionale e una sorta di “guru” di quella musica dell’anima che oggi si definisce glocal. Ma Pino Daniele ha una importanza che va molto aldilà della valenza musicale delle sue canzoni. L’artista, insieme ai tanti musicisti che hanno collaborato con lui e hanno creato un suono unico, ha significato una Napoli diversa, antichissima e moderna insieme, in cui gli spiriti della “Bella ’mbriana” e quelli del pallone andavano a braccetto col blues, Pulcinella, la tamurriata ed il funky.

Le sue canzoni, oggi più che mai fanno da guida, conducono, alla stregua di “genius loci”, in tanti percorsi all’interno della città e dei “mondi” raccontati: il mondo di un ragazzo che non si accontentava della “tazzulella ‘e cafè” perché aveva una urgenza di raccontarsi dentro quella che per sempre è rimasta “Terra Mia”.

Nel programma importanti contributi di amici e collaboratori del cantautore partenopeo: da James Senese a Tullio De Piscopo, Toni Esposito, Rino Zurzolo, Joe Amoruso, Gigi De Rienzo, Ernesto Vitolo sino ad Enzo Avitabile, Rocco Hunt e Clementino.

Spicca un’intervista esclusiva ad Edoardo Bennato, che ricorda le origini musicali di Pino Daniele, con cui ha condiviso anche alcuni musicisti. Ancora Roberto De Simone, fondatore della Nuova Compagnia di Canto Popolare, il regista ed autore Mario Martone,lo scrittore Maurizio De Giovanni oltre ad un particolare omaggio realizzato da Tony e Peppe Servillo.

Enzo Gragnaniello torna nella scuola elementare che frequentava con Pino Daniele e ritrova il registro di classe. Dalla scuola al vicino Bar Battelli, dove Gragnaniello faceva il garzone e di cui si parla nel brano “Na Tazzulella ‘E Cafe’”.

Altro luogo molto amato dal cantautore è la Pizzeria del Gallo, nel rione Sanità di Napoli: in questo locale Pino Daniele ha scritto, appuntandole sui tovaglioli, le prime canzoni.  Lo ricordano Rosario Jermano, il primo a suonare con il musicista, Peppe Lanzetta e Gino Giglio.

Non mancano filmati inediti, come quello del 92 ad Umbria Jazz dove nel backstage arriva anche Massimo Troisi o  una festa privata dei primi anni ’90 con l’artista che suona la celebre “Quando” ma anche una cover di  Hendrix. Ancora Ciro Ferrara ci mostra il filmato della festa a casa sua con Pino che suona Je so Pazzo e Maradona che balla con gli altri calciatori del Napoli.Altri momenti inediti saranno raccontati da Gianni Guarracino (della prima band di Daniele) e dal leader degli Osanna, Lino Vairetti, che nel 1975 si occupava anche di fotografia e realizzò alcuni scatti per l’esordio discografico di Pino Daniele. Alcune di quelle foto, mai viste sino ad oggi, saranno mostrate nel corso dello speciale “Unici”.

Non mancheranno provini inediti, che faranno ascoltare la versione embrionale di “Napule è” e ricordi del fratello Nello Daniele, di Gianni Minà, Eros Ramazzotti e Renzo Arbore.
Unici” è un programma scritto e diretto da Giorgio Verdelli con la collaborazione  di Annalisa Manduca, Umberto Santoro e Silvia Fiorani.

 

unici.rai.it

Anche Pino Daniele per Capodanno Rai1

Conducono Insinna e Frassica. Ospiti Al Bano e Patty Bravo

 

 

(ANSA) – ROMA, 29 DIC – Sarà Pino Daniele, assieme a Patty Pravo e Al Bano, uno dei protagonisti della trasmissione del Capodanno di Rai1 ‘L’Anno che verrà’, che sarà trasmessa in diretta da Courmayeur, in Valle d’Aosta. La serata sarà condotta da Flavio Insinna e da Nino Frassica. Tra gli ospiti musicali è annunciata anche la cantante valdostana Naïf Herin. La trasmissione sarà presentata in conferenza stampa domani, alle 12.30, al Jardin de l’Ange di Courmayeur.

Su RAI 1 (in seconda serata) il sesto appuntamento con "CANZONE" (lo speciale dedicato alla grande musica italiana), protagonista PINO DANIELE

Dopo il successo delle precedenti puntate, è PINO DANIELE il protagonista del sesto appuntamento di “CANZONE”, speciale dedicato alla grande musica italiana. La puntata, intitolata PINO DANIELE “Nero a Metà”, andrà in onda martedì 30 dicembre in seconda serata su Rai 1 (dalle ore 23.25).

Un’ora di racconto tra musica e parole con cui il cantautore e musicista svela come è nato “NERO A METÀ” (1980), l’album della consacrazione per Pino Daniele, simbolo di quel sound inconfondibile, tra sonorità blues, rock, jazz e l’immancabile tradizione napoletana, che è diventato il suo marchio di fabbrica in Italia e all’estero. Protagoniste le canzoni più belle di Pino, da “Quanno chiove”, al brano che dichiara la sua passione di sempre, “A me me piace ‘o blues”, da “I Say I’ Sto Ccà” a “Nun me scuccià”: grandi classici che all’epoca definirono un nuovo stile musicale e che ancora oggi risultano di sorprendente freschezza.

Ad aneddoti e racconti inediti dell’artista sulle sue tante collaborazioni con i grandi della musica italiana e internazionale, si alterneranno le immagini della data di “NERO A METÀ” tenuta il 13 dicembre scorso a Roma. Una serie di concerti che ha visto Pino Daniele salire sul palco delle principali città italiane con uno spettacolo che racchiude tutta la sua storia musicale e l’identità di suono che ha caratterizzato il suo percorso artistico. Insieme a Pino la band composta dai musicisti che parteciparono alle registrazioni dello storico album “NERO A METÀ”: Gigi De Rienzo (basso), Agostino Marangolo (batteria), Ernesto Vitolo (piano, tastiere ed organo) e Rosario Jermano (percussioni), gli amici Rino Zurzolo (contrabbasso) ed Elisabetta Serio (piano) e con la partecipazione straordinaria di due musicisti che hanno arricchito e stimolato il percorso artistico di Pino: Tullio De Piscopo alla batteria e James Senese al sax.

PINO DANIELE “Nero a Metà” è un programma di Gianluigi Attorre e Paolo Biamonte, con la regia di Cristian Biondani e la consulenza artistica di Giampiero Solari. Una produzione di BALLANDI Multimedia e F&P Group.

 

Milano, 28 dicembre 2014

Ufficio stampa: Parole & Dintorni

Pino Daniele protagonista della sesta puntata di “Canzone”

In onda il 30 dicembre in seconda serata su Rai 1

 

Dopo il successo delle precedenti puntate, è PINO DANIELE il protagonista del sesto appuntamento di “CANZONE”, speciale dedicato alla grande musica italiana. La puntata, intitolata PINO DANIELE “Nero a Metà”, andrà in onda martedì 30 dicembre in seconda serata su Rai 1 (dalle ore 22.40).

Un’ora di racconto tra musica e parole con cui il cantautore e musicista svela come è nato “NERO A METÀ” (1980), l’album della consacrazione per Pino Daniele, simbolo di quel sound inconfondibile, tra sonorità blues, rock, jazz e l’immancabile tradizione napoletana, che è diventato il suo marchio di fabbrica in Italia e all’estero. Protagoniste le canzoni più belle di Pino, da “Quanno chiove”, al brano che dichiara la sua passione di sempre, “A me me piace ‘o blues”, da “I Say I’ Sto Ccà” a “Nun me scuccià”: grandi classici che all’epoca definirono un nuovo stile musicale e che ancora oggi risultano di sorprendente freschezza.

Ad aneddoti e racconti inediti dell’artista sulle sue tante collaborazioni con i grandi della musica italiana e internazionale, si alterneranno le immagini della data di “NERO A METÀ” tenuta il 13 dicembre scorso a Roma. Una serie di concerti che ha visto Pino Daniele salire sul palco delle principali città italiane con uno spettacolo che racchiude tutta la sua storia musicale e l’identità di suono che ha caratterizzato il suo percorso artistico. Insieme a Pino la band composta dai musicisti che parteciparono alle registrazioni dello storico album “NERO A METÀ”: Gigi De Rienzo (basso), Agostino Marangolo (batteria), Ernesto Vitolo (piano, tastiere ed organo) e Rosario Jermano(percussioni), gli amici Rino Zurzolo (contrabbasso) ed Elisabetta Serio (piano) e con la partecipazione straordinaria di due musicisti che hanno arricchito e stimolato il percorso artistico di Pino: Tullio De Piscopo alla batteria e James Senese al sax.

 

 

di Antonio Galluzzo

Pino Daniele presenta in diretta il tour “NERO A METÀ”

       (05 novembre 2014)

 

Oggi Pino Daniele è stato ospite di Paola “Funky” Gallo nell’Auditorium di Radio Italia e ha parlato in diretta del suo tourNero a metà”, di cui Radio Italia è radio ufficiale.

Prendendo spunto da un’imitazione del cantante fatta dal nostro Mauro Marino, l’intervista è iniziata con una domanda semiseria: “Credo che tu sia una delle voci della musica italiana più imitate, tu ti diverti?” e Pino è stato volentieri al gioco: “A volte me la faccio anche da solo l’imitazione, mi diverto”. E l’imitazione se l’è fatta per davvero, in diretta!

Entrando nel vivo dell’argomento tour, invece, Paola ha chiesto a Pino un commento sull’ultimo live che ha tenuto all’Arena di Verona lo scorso settembre e che è stato trasmesso in diretta da Radio Italia, con ospiti come Francesco Renga, Emma, Elisa, Fiorella Mannoia e Mario Biondi: “E’ stato un bel concerto. Non ricordo altri cantanti in lingua (dico in lingua perché io ho cantato in napoletano) all’Arena di Verona. Io ho iniziato la mia carriera proprio lì e ci tenevo a fare questo concerto con una panoramica di tutto quello che ho fatto, oltre ai brani dell’album ‘Nero a metà’. Il risultato ci è piaciuto e abbiamo deciso di ripetere”. Infatti dal concerto è nato un tour che partirà ufficialmente l’11 dicembre al Pala Florio di Bari, dopo la data Zero del 6 dicembre a Conegliano (TV), e proseguirà il 13 al Palalottomatica di Roma, il 16 e il 17 al Pala Partenope di Napoli e il 22 al Mediolanum Forum di Assago (MI): “Gli ospiti non sono ancora annunciati, ma lo scopo principale è quello di rimanere fedele al tipo di suono che ho usato in ‘Nero a metà’ e posso anticiparvi che il concerto sarà diviso in due parti: una acustica e una elettrica”. La ricercatezza nel suono è un aspetto che da sempre caratterizza la produzione di Pino Daniele: “Con il passare degli anni l’ansia di cercare un determinato suono forse si perde un po’, ma non bisogna perdere la spontaneità. I miei live sono una specie di jam session e c’è molta improvvisazione, quindi ogni concerto è diverso dall’altro”.

L’attenzione si è spostata inevitabilmente sull’argomento suono e Paola ha chiesto al cantautore se ama assistere anche a concerti solo strumentali: “Qualche volta ci vado, solo quando mi interessa veramente. Ma deve essere una cosa particolare altrimenti mi viene voglia di suonare. Una volta andai a sentire un collega e mi ha chiamato subito sul palco”. E durante la sua carriera Pino Daniele il palco l’ha condiviso con artisti internazionali di altissimo profilo, come il chitarrista Pat Metheny: “Per me è fondamentale lavorare con musicisti di un certo calibro perché con loro puoi imparare molto e confrontarti. Ogni musicista si rifà alla propria cultura e gli italiani hanno un proprio approccio: una cosa è fare un genere e un’altra cosa è farne un’imitazione. Io cerco sempre di partire da quello che è il mio background, dalla musica della mia terra, poi c’è un codice universale che è la musica stessa e che ti permette di dialogare con altri artisti. Io continuo la ricerca come musicista anche se faccio il cantante”. A questo proposito, Pino Daniele ha ricordato insieme a Paola le sue svariate collaborazioni con altri artisti italiani: “Ho prodotto un disco di Giorgia bellissimo di cui sono molto fiero, ho scritto un pezzo per Fiorella Mannoia, ho cantato con Irene Grandi e con J Ax. Ho collaborato con molti cantanti italiani perché non mi do limiti”.

Come in tutte le dirette di Radio Italia, i fan hanno interagito con Pino Daniele da casa attraverso i social network e gli sms. Il primo commento che è saltato all’occhio è in napoletano verace: “Si Gruoss!” e il cantautore ironizza: “Pensavo proprio questa cosa mentre suonavo con Eric Clapton”. Un ascoltatore ha scritto di apprezzare molto le canzoni di Pino e gli ha chiesto se ne ha già pensate di nuove: “Sto scrivendo delle canzoni e quando sarò pronto farò un nuovo lavoro. Non posso dare anticipazioni perché non so nemmeno io cosa ci sarà nell’album. Io non penso a nulla, io suono e basta. E non penso nemmeno ai social, preferisco incontrare le persone per strada con un rapporto più umano e diretto”. Un’altra domanda da casa riguarda una possibile nuova collaborazione con Emma e il cantautore non lo esclude: “Penso proprio che ci sarà. A me fa sempre piacere incontrarla: le piace molto la mia musica, ha molta grinta e un grosso talento”.

Nel tour Nero a metà, di cui Radio Italia è radio ufficiale, Pino Daniele presenterà i brani dell’omonimo disco cult pubblicato nel 1980 e sarà accompagnato proprio da quei musicisti che hanno suonato in quell’album. Sul palco ci saranno anche il percussionista Tullio De Piscopo e il sassofonista James Senese. E’ un evento attesissimo e sarebbe quasi scontato inciderne una testimonianza in CD o DVD, ma anche su questo tema Pino va contro corrente: “Non credo uscirà un DVD, non registriamo niente. Suoniamo solo per il gusto di suonare, non ci sono scopi discografici. I concerti saranno momenti particolari e ognuno sarà diverso dall’altro. E’ un po’ come nel jazz: noi abbiamo delle canzoni e ogni sera ci improvvisiamo sopra. Questa cosa non si può decidere a tavolino, si fa solo così come viene”. L’unico modo per vedere e sentire quello che succederà sul palco è quindi andare a uno dei concerti del tour: il primo appuntamento utile è la data Zero, in programma sabato 6 dicembre alla Zoppas Arena di Conegliano.

 

 

Intervista di Paola “Funky” Gallo

Pino Daniele si racconta a Sorrisi alla vigilia del suo concerto-evento all’Arena di Verona

   28 agosto 2014

Ha suonato con i più grandi: da Pat Metheny a Chick Corea. Da Gato Barbieri a Eric Clapton. E poi Richie Havens, Noa, Simple Minds, Gino Vannelli. Oltre al gotha della musica italiana, naturalmente. Eppure Pino Daniele, 60 anni il prossimo 19 marzo, non nasconde un pizzico d’emozione per il prossimo evento: il concerto-celebrazione sulle note dello storico album «Nero a metà», pubblicato nel 1980 e da poco ristampato in una versione rimasterizzata zeppa di chicche e rarità.

Con lui sul palco dell’Arena di Verona, il primo settembre, ci saranno anche tanti amici: Mario Biondi, Elisa, Emma, Fiorella Mannoia, Massimo Ranieri e un’orchestra di 50 elementi diretta da Gianluca Podio. «È vero, salire su quel palco sarà un’emozione particolare», conferma Pino. «Perché l’Arena è stato il primo palcoscenico importante che ho calcato. Fu grazie a Vittorio Salvetti, che mi invitò al Festivalbar. A quei tempi era una manifestazione importantissima».

 

E lei presentò un pezzo scandaloso per l’epoca, «Je so’ pazzo», che si concludeva con una parolaccia. Il brano non passava in Rai e molte radio lo sfumavano prima del finale.

«Oggi con quello che si sente in tv farebbe ridere. Eppure è così. Però quella frase non era gratuita e neppure volgare, c’era una certa ironia napoletana in quell’invito a non “scassarmi”».

Perché ripartire da «Nero a metà»?

«Ogni tanto è bello guardare indietro. Quell’album ha segnato la mia carriera (ancora oggi è considerato tra i 100 dischi italiani più belli di sempre, ndr) ed è bellissimo potersi ritrovare con la band dell’epoca: James Senese, Ernesto Vitolo, Gigi De Rienzo, Agostino Marangolo, Rosario Jermano e Tony Cercola».

Tra i suoi meriti c’è anche quello di avere imposto il dialetto napoletano nel pop. Allora, il più importate cantautore napoletano, Edoardo Bennato, cantava in italiano. Nessuno fece resistenze?

«No, fu un passaggio naturale. Io mi esprimevo nella mia lingua, non avrei potuto fare un disco tutto in italiano».

C’è qualche aneddoto legato alla realizzazione di quel disco?

«Più che un fatto particolare ricordo l’atmosfera. Lo incidemmo allo Stone Castel Studio di Carimate, sul lago di Como. Un posto fantastico! Al tempo era all’avanguardia, davvero il massimo. In quel castello ci si poteva immergere totalmente nel lavoro senza interferenze e ci incontravi tutti: De André, Vasco Rossi, Lucio Dalla, Venditti. Si facevano grandi chiacchierate in riva al lago ed era bellissimo perché all’epoca non era tanto frequente per gli artisti italiani incontrarsi. Nessuno collaborava con nessuno. Ci sono tornato di recente, gli studi non esistono più. Ci hanno fatto un albergo».

A proposito di collaborazioni. Anche in questo lei è stato un pioniere, nonché il primo italiano a incidere con grandi artisti stranieri.

«Sì, e anche questo accadde molto naturalmente. Io non sono uno a cui piace tanto apparire e allora non c’era tutto questo marketing che c’è oggi, il business non aveva ancora preso il sopravvento. Credo che certe collaborazioni non siano possibili se non s’instaura un feeling tra gli artisti, se non c’è un reale rispetto reciproco».

Immagino che anche per lei molti di quei nomi, prima che colleghi, fossero dei miti. Ce n’è uno che l’ha impressionata in particolare?

«Non si diventa così grandi per caso. Tutti avevano grande personalità, ma se devo fare un solo nome dico Eric Clapton. Abbiamo suonato insieme a Cava de’ Tirreni davanti a 16.000 spettatori e io ho cantato in italiano una strofa di “Wonderful Tonight”».

Non a caso Clapton è un chitarrista, come lei…

«Che ci posso fare? La chitarra è una malattia. Io in tanti anni non ho ancora capito se preferisco quella acustica o quell’elettrica».

Ma si sente più un musicista o più un cantautore?

«Io mi sento un ricercatore. La musica è ricerca continua e io non ho mai smesso di coltivare la mia».

Ha scritto tante colonne sonore. Non le è mai venuto in mente di tentare la regia, come i suoi colleghi Ligabue e Battiato o addirittura di fare l’attore come Guccini?

«No, per carità, si fa già fatica a far bene una cosa! Io le colonne sonore le ho sempre fatte per amicizia, come per Massimo Troisi, ma mai su commissione. Non ne sarei capace».

Esiste ancora il «Neapolitan Power», cioè l’energia napoletana?

«Eccome no! Clementino, Rocco Hunt, Ntò, il nipote di Enzo Avitabile, che ha scritto la canzone di “Gomorra”. Solo che oggi, invece di cantare, come facevamo noi, rappano».

 

 

di Redazione Sorrisi

Pino Daniele. Il blues mediterraneo, su Sky Arte HD

Pino Daniele – Nero a metà
Mercoledì 18 giugno – 21.10

Trascinante, coinvolgente, vitale. Ma al tempo stesso malinconico: canto di riscatto intonato da chi troppo spesso si sente sconfitto dagli stereotipi. Il blues è voce che si alza dal basso, conforto e insieme atto di forza, affermazione di libertà e individualità. Genere musicale che riassume, inaspettatamente, i caratteri profondi di una delle città più affascinanti del Mediterraneo: energica e irresistibile. Eppure contraddittoria nei suoi aspetti di romantica decadenza.

Non è un azzardo accostare il blues a Napoli. E la conferma arriva guardando alla straordinaria esperienza in musica di Pino Daniele, volto che più di ogni altro sa essere ritratto fedele dell’anima di un luogo dove regnano le emozioni più forti e dirompenti, dove deflagrano con uguale potenza il tormento e l’estasi, la gioia e il dolore, la pace e l’irruenza. Napoli città di mare, New Orleans nostrana; Napoli città della musica. Napoli città viva.

Non è frequente per Pino Daniele concedersi alle telecamere: ha tutti i crismi dell’eccezionalità, dunque, il Nero a metà realizzato in esclusiva da Sky Arte HD. Un documentario che vede il bluesman partenopeo accompagnarci per mano nei meandri della sua città, tra vicoli e piazze, scalinate e scugnizzi; rincontrando aromi e suggestioni che lui stesso, da anni trasferitosi nella casa in Toscana da cui parte il nostro viaggio, non assapora da tempo.

Insieme al giornalista Luca Dondoni, Pino rievoca per noi i momenti più importanti della sua carriera – le collaborazioni con Eric Clapton e Pat Metheny, Al Di Meola e Richie Havens – ma ripercorre anche in senso tutt’altro che figurato le tappe della sua vita a Napoli. Passeggiando per via San Pietro a Majella, sede del Conservatorio dove l’artista si è formato; scorrendo nelle viuzze e per le botteghe dove si incontrano i grandi maestri della tradizione popolare.

La curiosità – Considerato dalla rivista Rolling Stone  come il 17esimo miglior album italiano di tutti i tempi, Nero a metà  è la terza fatica discografica di Pino Daniele. Uscito nel 1980 è dedicato al compianto Mario Musella, cantante degli Showmen di James Senese.

arte.sky.it

Pino Daniele show: “Capisco chi si ritira ma io voglio ancora suonare”

_195

Trentaquattro anni dopo l’uscita di “Nero a metà” il musicista celebrerà l’album del successo con un concerto il 1° settembre all’Arena di Verona

Nero a metà non è un disco qualsiasi. Non lo è per Pino Daniele, che nel 1980, al suo terzo album, si affermò definitivamente come uno degli autori principali della nuova canzone italiana. E non lo è per la storia musicale del nostro paese perché quel disco, con le sue melodie, la fusio- ne tra tradizione partenopea, blues, rock e jazz, ha segnato una svolta importante per la nostra canzone.
Daniele ha deciso di celebrare Nero a metà che oggi viene ripubblicato in versione “deluxe”, con una raffica di inediti, demo e outtake dell’epoca, con un grande concerto, il 1° settembre all’Arena di Verona, assieme ai musicisti che con lui crearono quell’album e a un’orchestra sinfonica di 50 elementi, la Roma Sinfonietta diretta da Gianluca Podio.
Per l’occasione arriveranno anche gli amici a festeggiare: Elisa, Fiorella Mannoia, Mario Biondi, Emma e molti altri si aggiungeranno. Abbiamo incontrato il musicista a Roma, poco prima dei Music Award dove stasera verrà premiato proprio per Nero a metà .

Daniele, perché tornare a proporre questo disco?
“Mi sembrava giusto tornare a un album che per me è stato davvero importante. All’estero alcuni grandi artisti hanno fatto operazioni di questo tipo e credo che anche da noi possano avere un senso. Certo, c’è bisogno che ci sia una storia, un disco che funziona non basta “.

Niente nostalgia, dunque? Neanche all’Arena?
“No, perché a Verona ci sarà quello che ho fatto, quello che sto facendo e quello che farò. E ha tutto un senso, come proporre gli album in vinile, o andare in giro quest’estate con due band diverse. Il fatto è che mi diverto a essere me stesso, con tutto quello che ho fatto e che amo”.

Dopo tutti questi anni riesce ancora a divertirsi?
“Sì, anche se dietro al divertimento c’è lavoro, sacrificio, impegno, nella mia vita c’è musica tutti i giorni. Oggi mi diverto con le canzoni di Nero a metà, poi tornerò alla chitarra elettrica e preparerò un disco nuovo, tentando la scommessa di farlo tutto in napoletano. È la stessa cosa di trent’anni fa e se non fosse così smetterei. So che ogni giorno è importante, potrei fare un assolo che non ho mai fatto o scrivere una canzone che non ho mai scritto…”.

Ivano Fossati e Guccini pensano che non ne valga più la pena…
“Per molti di noi questo ambiente è diventato insopportabile. Capisco Ivano al duemila per mille: non siamo abituati a vivere la musica come un prodotto per il mercato. Ma a me piace provarci ancora”.

Cioè il “lavoro” del musicista non supera il “piacere” della musica?
“Ho sempre cercato di far prevalere la musica su tutto. Amo suonare, mi sono sempre sentito più vicino ai musicisti jazz che ai cantanti pop. Alle volte devo fare i conti con il mercato, alle volte ho fatto cose frivole o semplici, ma ho cercato di accettare pochi compromessi e di trovare una coerenza anche nei cambiamenti”.

Certo, i dischi non hanno più la centralità di una volta, la tecnologia ha travolto il mercato, la crisi è forte…
“Sicuramente passare dalle novantamila persone alle duemila, o anche alle duecento, è stato difficilissimo per molti di noi. All’inizio mi sono preoccupato anche io, ma poi ho capito che l’importante è continuare a suonare con onestà, con passione. Anche se resto convinto che un conto sia vedere un concerto su YouTube e un conto è esserci: certe emozioni non possono proprio passare attraverso uno schermo”.

Dopo tanto tempo si sente ancora “nero a metà”?
“Sì, ma sono anche un uomo che ha fatto pace con se stesso. Mi hanno cambiato le esperienze, le famiglie, i matrimoni, i problemi fisici, il non avere più trent’anni e la necessità di adeguarmi ai quasi sessant’anni che ho oggi. Ma ho ancora tanto entusiasmo, e quello che sono oggi mi piace”.

 

di Ernesto Assante

Pino: «Così faccio rinascere il mio “Nero a metà”»

«Ho ritrovato i nastri originali delle mie sessioni registrate tra la fine del 1979 e gli inizi del 1980»

Esce oggi a 34 anni di distanza, in una «special extended edition», «Nero a metà», il terzo album di Pino Daniele, uno dei dischi più importanti della storia della musica nostrana, inserito da «Rolling Stone Italia» nei 100 album più belli di sempre. «Ho ritrovato i nastri originali delle mie sessioni registrate tra la fine del 1979 e gli inizi del 1980 – ricorda Daniele – e abbiamo rimasterizzato il tutto con l’aggiunta di due brani inediti di cui uno strumentale e nove canzoni alternative e demo che potrete ascoltare per la prima volta».

Entrando nel particolare della tracklist. «Gli inediti – spiega l’artista – sempre risalenti a quel periodo e a quelle sessioni sono «Tira a carretta» e lo strumentale «Hotel Regina». Poi ci sono versioni demo e alternative mai ascoltate di «Voglio di più» solo piano e voce, «Puozze passa’ ‘nu guaio», «A Testa in giù’», «Musica musica», «Alleria», «Nun me scoccia’», «Appocundria», «E so’ cuntento ‘e sta’», «Sotto ‘o sole». In «Nero a metà», pubblicato nel 1980 dalla Emi, Pino Daniele apriva il suo scrigno sonoro verso orizzonti americani, conquistando l’attenzione di pubblico e critica, grazie alla sua musica che miscelava le radici napoletane, il proprio dialetto con il blues, lo swing e il jazz; nasceva così anche un nuovo linguaggio fatto di contrazioni foniche, abbreviazioni verbali, assonanze. «Feci tutto ciò in maniera inconsapevole dice – supportato anche da musicisti eccezionali che diedero un perfetto equilibrio sonoro e una compattezza unica.

La mia generazione è cresciuta ascoltando i dischi dei militari delle basi Nato. Ascoltavamo il blues di Robert Johnson e di Woody Guthrie, le canzoni dei Traffic, dei Cream. Questi suoni nuovi colpirono la fantasia e la creatività di gran parte degli artisti della mia generazione, da James Senese a Mario Musella, dai Napoli Centrale a Enzo Gragnaniello, spingendoci anche a confrontarci con nuovi sentieri musicali, nuove soluzioni ritmiche, e adeguando di conseguenza anche la metrica della nostra lingua». «Nero a metà», disco dedicato a Mario Musella, storica voce degli Showmen, vide in studio con il «lazzaro felice»: Ernesto Vitolo alle tastiere, Gigi De Rienzo e Aldo Mercurio al basso, Agostino Marangolo e Mauro Spina alla batteria, James Senese al sax, Rosario Iermano e Tony Cercola alle percussioni, Karl Potter alle congas, Bruno De Filippi all’armonica. Musicisti «storici», molti dei quali accompagneranno Pino – con l’aggiunta di 50 elementi dell’orchestra sinfonica Roma Sinfonietta diretta da Gianluca Podio – il 1° settembre al concerto-evento dell’Arena di Verona intitolato proprio «Nero a metà».

Pino Daniele sarà inoltre in concerto in Campania il 6 luglio a Ravello e l’11 luglio alla Reggia di Caserta. Sono due live differenti. Il concerto di Ravello sarà «Acustico», quello nel parco del Palazzo reale vanvitelliano s’intitola invece «Sinfonico a metà» e vedrà con Daniele la Roma Sinfonietta, Rino Zurzolo al contrabbasso, Daniele Bonaviri alla chitarra classica, Elisabetta Serio al pianoforte e Alfredo Golino alla batteria. Daniele stasera sarà premiato stasera ai Music Award 2014 , in scena a Roma presso Il Centrale Live – Foro Italico (diretta in prima serata su Rai 1).

 

di Carmine Aymone