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«Siamo una scuola musicale e di pensiero»

  (31 dicembre 2012)

TONY ESPOSITO E GLI ANNI CON PINO DANIELE E TUTTA LA BAND TORNATI PROTAGONISTI AL PALAPARTENOPE

 

Fu un periodo di grande fermento culturale, il passaggio dagli anni ‘70 agli anni ‘80 vide un manipolo di musicisti napoletani conquistare l’Italia e l’Europa in nome del “Neapolitan Power”, una band di “terroni” riempire San Siro come i Rolling Stones e prima dei Vasco dei Ligabue o di chiunque poi abbia suonato in quello stadio. Poi qualcosa andò storto, ognuno prese la sua strada e quella potenza che sviluppavano insieme si diluì nei differenti percorsi artistici. Si sono ritrovati nel 2008 e ora, in attesa che a gennaio venga pubblicato il cd/dvd live “Tutta n’ata storia” (che ripercorre quel magico concerto in piazza del Plebiscito), Pino Daniele, Tullio De Piscopo, James Senese, Rino Zurzolo, Joe Amoroso, Tony Esposito più Enzo Gragnaniello, raccontano dal vivo la loro storia musicale in sei concerti (gli ultimi tre il 4-5-6 gennaio) che faranno tornare indietro nel tempo il pubblico del Palapartenope. Tony Esposito, percussionista del riciclo in tempi non sospetti (suonava le padelle di alluminio di una volta), musicista con all’attivo tantissimi album ma anche attore di film e della soap “Un posto al sole”, è uno dei “magici” protagonisti di questo evento live.

Sono passati più di 30 anni che effetto fa ritrovarsi di nuovo tutti insieme?
«Abbiamo vissuto momenti importanti anche di formazione musicale 30 anni fa, io venivo da esperimenti come musicista (“Processione sul mare”, “La banda del sole”) e poi da lì è partita anche la mia carriera da solista (“Kalimba de luna”, “Sinuhe”), quella legata alla forma-canzone che mi è nata proprio nel supergruppo. Oltre al piacere di ritrovare i vecchi amici, suonare con tutti gli altri è una situazione estremamente comoda: c’è una grande nave ben guidata e ognuno deve solo pensare a suonare e divertirsi, senza responsabilità organizzative».
Ognuno la racconta a modo suo, cosa vi portò alla separazione?
«Le cose hanno una loro vita e una loro morte: l’espressione di quel periodo, quell’esperienza si era conclusa e ci è servita per intraprendere ognuno il proprio viaggio. Era un periodo concluso ma sapevamo tutti che prima o poi si sarebbe riaperto ».
Neapolitan Power: cosa avevate in più rispetto agli altri artisti che erano famosi negli anni ’80?
«Avevamo in più la sostanza del suono, una cosa che oggi manca. Avevamo pochi microfoni e pochissima tecnologia, ma avevamo il suono, il tocco, il timing, tutte cose che il computer ha cancellato nei nuovi musicisti: Pino è uno che passa 6-7 ore al giorno sulla chitarra, anche se non deve fare concerti… La nostra musica era speranza e riscatto, ambivamo a confrontarci con i grandi, i nostri grandi, quelli che hanno fatto la storia della musica, dei suoni e dei generi…».
Dove sarebbe arrivata quella band se fosse rimasta unita?
«Saremmo andati lontanissimo, però forse non avremmo fatto le altre cose: sono fatalista, la vita ha un suo percorso organico per cui forse ci saremmo fermati un po’ dopo, ma ci saremmo fermati. Trovo giusto che siano andate così come trovo giustissimo che sia rinato, non per una decisione a tavolino, ma perché nell’aria c’è questo bisogno. Ne ho parlato tantissimo con Pino, in questo momento questa idea è un’esigenza primaria per dare un’immagine di Napoli unita e nuova.
Si è sempre detto che i musicisti partenopei sono talentuosi ma litigiosi, ed in parte è vero: questo
evento in qualche modo vuole riunire quella che è stata una scuola musicale e di pensiero».
Un aneddoto che ricordi di quegli anni?
«Ricordo il famoso concerto di piazza del Plebiscito, io e Tullio eravamo su una pedana soprelevata e sotto il palco si erano infilati decine di ragazzini per assistere al concerto e un paio di volte rischiammo di cadere con tutti gli strumenti».
Secondo te questi concerti sono un evento unico o potrebbe esserci un futuro comune?
«Conosco bene Pino, lui è attento e aperto a tutto, sono convinto che ci sia la volontà di creare qualcosa per Napoli e poi lavorando lavorando potrebbero venire fuori anche cose nuove… Sarebbe un grande respiro per la città che si aspetta un nuovo Rinascimento».
I tuoi progetti personali?
«Sono molteplici: sto collaborando con Mark Kostabi, (un pittore e compositore che lavorò con Andy
Warhol) a delle performance sospese tra pittura e musica strumentale, e poi lavoro con i musicisti
dell’Accademia di Santa Cecilia di Roma per un progetto di musica classica. Non smetto logicamente
di essere il Tony Esposito che gioca con gli strumenti in attesa di un’idea nuova, ma in questo momento non sottraggo linfa a questo evento col Supergruppo in cui credo tantissimo sia per noi che per Napoli».

 

di Gigi Avolio

AbruzzoWeb – CINEMATIK: Pino Daniele, intervista esclusiva

  (7 marzo 2013)

 

NAPOLI – “La musica può collaborare a migliorare la città”.

Da genio di musica e parole, così Pino Daniele parla ancora oggi, in un’intervista esclusiva ad AbruzzoWeb, dell’incredibile evento organizzato a Napoli, nato in maniera quasi spontanea, come omaggio alla sua terra natia per i trent’anni di carriera quando, nel 2008, radunò musicisti partenopei quali Tony Esposito, Tullio De Piscopo, James Senese, Joe Amoruso, Rino Zurzolo, Nino D’Angelo e Gigi D’Alessio duettando poi con Irene Grandi, Giorgia, gli Avion Travel, in un evento che registrò il tutto esaurito a piazza del Plebiscito, un pubblico eterogeneo ed entusiasta proveniente da tutto lo stivale perché la sua musica, persino quando è in dialetto, è Italia, è Europa, è mondo.

E allora, dopo la presenza di 20 mila persone ai concerti natalizi del 2012 e la richiesta di altrettanti 20 mila spettatori che non hanno potuto esserci per il “già tutto esaurito”, Pino, con la sua etichetta indipendente, la Blue Drag, che dopo tanti anni è riuscito con orgoglio a fondare, la Sony Music ed F&P Group, è uscito il 22 gennaio 2013 con il cofanetto che contiene cd e dvd di quella storica serata e annuncia un nuovo evento, sempre in Piazza del Plebiscito a Napoli, il 12 luglio 2013, con la partecipazione di grandi artisti su cui ancora è mantenuto il riserbo ma che saranno più di 25.

Sappiamo che sicuramente ci sarà una diretta in prima serata che non seguirà gli schemi ed i tempi televisivi: niente conduzione, tanti ospiti partenopei e non solo.

Un racconto, Pino lo definisce, di questi trent’anni di musica dove “le cose si trasformano, difficile che cambino totalmente”. La prevendita è già aperta e sono previsti sconti, solo per un certo periodo, per chi ha partecipato a Napoli e comunque, precisano gli organizzatori, seguendo in primis la volontà di Pino, il costo di biglietto sarà superpopolare perchè si sa che periodo storico viviamo.

“La musica è sempre musica ma cambiano i rapporti. Viviamo nel mondo più che vivere in Italia, cioè i confini non ci sono più. Sta diventando un po’ un bel casino. L’unica cosa che posso fare io, per quanto mi riguarda, è avere i piedi a terra e cercare di mantenere quello che c’è intorno, di costruire con le cose che so fare” spiega l’artista che, di certo, fin dai suoi esordi, ha sempre avuto un occhio di riguardo per l’incontro dei suoni e gli esperimenti ritmici, sempre sapientemente riusciti. Tradizione melodica partenopea sì, ma anche jazz, blues, arab-rock, pop: un repertorio vasto e sempre rinnovato nel corso degli anni.

Nel 1977 esce il suo album d’esordio dal titolo “Terra Mia” dove il brano numero uno entra subito nella storia. Si tratta di “Napule è”. “Napule è mille culure, napule è mille paure/ napule è ‘a voce d”e criature che saglie chianu chiano e tu saje ca nun si sola”: sono le voci dei ragazzi che danno la speranza che il futuro sia migliore ed è così che dà il via a una serie di canzoni che si possono classificare come cantautorali per la profondità poetica del testo, ma che non basta definire tali perché anche il sound è decisamente ricercato ed oltremodo coinvolgente.

Poi dichiara il suo amore per il blues con “A me me piace o’ blues”, iniziando una serie di collaborazioni con jazzisti internazionali, quali Wayne Shorter e Alphonso Johnson, mischiando l’uso del napoletano a quello dell’italiano e dell’inglese, esplodendo nel tour “Sciò live” del 1884 quando già si era anche accostato alle sonorità brasiliane e africane e intensificando la collaborazione con Massimo Troisi per cui compone le colonne sonore dei film “Ricomincio da tre” (1981), “Le vie del signore sono infinite” (1987) e “Pensavo fosse amore e invece era un calesse” (1991), dove spicca la famosissima “Quando”.

Pino parla d’amore (“Se mi vuoi”, “Resta resta cu’ mmé”, ), di passione (“Vento di passione”, “Dubbi non ho”), di rinascita (“Quanno chiove”), della sua Napoli (“Tutta n’ata storia”), di antirazzismo (“O scarrafone”), sfida la camorra (“Stella nera”), non dimentica la natura e in questo senso potremmo definirlo un precursore del tema ecologista (“Non calpestare i fiori del deserto”). L’immateria, quella dell’anima (“Anima”), accarezza ogni strofa, nella maniera più semplice e quotidiana, parlando di cose concrete, è universale.

Daniele può vantare inoltre tante e variegate collaborazioni artistiche, duetti rimasti nel cuore di molti, o memorabili accompagnamenti in cui ha lasciato parlare solo la sua amata chitarra. In Italia ricordiamo, oltre ai cantanti e musicisti già citati: Luciano Pavarotti, Zucchero, Lucio Dalla, Vasco Rossi, Biagio Antonacci, Jovanotti, Eros Ramazzotti, Francesco De Gregori, Franco Battiato, Claudio Baglioni, Fiorella Mannoia, Ron, 99 Posse, J-Ax, mentre all’estero: Noa, Pat Metheny, Chick Corea, Ralph Towner, Randy California, Robby Krieger, Leslie West, Phil Manzanera, Steve Hunter, Eric Clapton,Wayne Shorter eccetera.

Come mai hai spesso accettato di dividere il palco, o coinvolto tu stesso, altri artisti?

Ho sempre cercato la collaborazione e il confronto perché credo che nel confronto e nella collaborazione ci siano tutti i presupposti per poter crescere e per potersi anche rinnovare perché la mia cultura generazionale si rifà anche a una professionalità dovuta al ‘fattore’ scambio. Credo molto nel rapporto con gli altri e credo di aver dimostrato a tutti i miei colleghi di essere stato sempre disponibile, sempre, senza farmi tanti problemi… da Zucchero, a Vasco, ad Antonacci, a Giorgia, anche a Luciano. Ho collaborato quasi con tutti gli artisti perché ho sempre cercato quell’emozione che mi facesse poi… che mi arricchisse, che mi desse la possibilità di crescere, di scrivere cose nuove. Lo faccio anche oggi con i chitarristi. Mi avvicino a nuove cose ma anche a vecchie, come il blues. Mi avvicino a tante cose per rinnovare quella mia ispirazione e trasformarla. Questo è ciò che ho sempre fatto e che credo continuerò a fare.

Ami molto sperimentare, in questo caso come nascono i due pezzi inediti nel nuovo album?

Volevamo due brani totalmente diversi che io ho realizzato con Phil Palmer. Abbiamo prodotto insieme perché volevo lavorare anche con lui, cioè un chitarrista che stimo e che amo moltissimo. Mi piace il suo modo di lavorare, molto vicino al mio. Voleva essere un esperimento, due canzoni realizzate esclusivamente con colore rock e che ci piace. Era un po’ la voglia di fare una cosa totalmente diversa.

Cosa ne pensi del panorama musicale attuale?

C’è un altro modo di fare musica e magari chi non è abituato può chiamarlo rumore, ma ci sono esperimenti interessanti ed è sempre positivo venirne a conoscenza ed aspettarsi qualcosa di nuovo, come lo siamo stati noi nel nostro periodo, nel nostro tempo. Però si possono creare delle cose nuove unendo le due esperienze, cioè quella nostra generazione e quella della nuova generazione. Ci sono artisti nuovi che vale la pena ascoltare come Raiz o come Antonio Onorato che creano delle cose moderne con il linguaggio di oggi, tenendo presente appunto le loro radici. Ma è un discorso soggettivo, ognuno deve pensarla come vuole.

Sei sempre molto vicino all’attualità e alla gente con la tua musica, anche per organizzare l’evento del 12 luglio hai considerato le esigenze diverse del pubblico attuale?

Ti dirò di più, noi abbiamo fatto un concerto a Cava dei Tirreni con Eric Clapton dove tutto il ricavato è stato donato a una fondazione. Ci sono anche altre situazioni, altre iniziative che stiamo mettendo sul piatto. Quella di Napoli sarà una cosa diversa perché avremo circa 25 artisti per tre ore di intrattenimento, ci saranno una struttura e dei costi veramente molti alti e riuscire a dare anche un indirizzo benefico diventa complicato. Io posso proporlo e chiederemo sicuramente una mano al Comune ma solo per i servizi, non vogliamo chiedere soldi e in questa occasione non ci sarà modo, penso, di donare qualcosa, ma ci saranno anche altre iniziative importanti. Il biglietto sarà popolare comunque anche per questa occasione e annunceremo che ci sono delle iniziative ancora in cantiere. Facciamo una cosa alla volta ma poi ci sarà modo di aiutare.

L’Aquila anche è una città che avrebbe bisogno di altre iniziative di tal genere, anche perchè è candidata a Città Europea della Cultura del 2019. Ecco, se dovessi immaginare uno dei tuoi storici duetti per questa città che rappresentasse la cultura italiana, cosa proporresti?

Uno è Paoli che mi piacerebbe, Gino, il grande Ginone, ma anche Ivano Fossati. Sono molto legato a Genova, alla Liguria, sono legato a quella che è stata la scuola genovese ma mi piacerebbero anche Francesco Guccini, o Battiato col quale ho già fatto una cosa. Questi sono gli artisti che amo di più perché più vicini a quello che volevo fare io da piccolo. E poi la loro penna è notevole. Sarebbe una gran cosa.

C’è un film che ti è rimasto nel cuore?

A parte quelli di Massimo Troisi, mi piacciono molto i film degli anni di Vittorio De Sica. Certo sono un cultore della commedia di Eduardo quindi è chiaro che sono legato a quel periodo, a quella Napoli del dopoguerra, a quell’arte che veniva fuori quel modo di fare teatro.

 

 

di Daphne Leonardi

«Rappresentiamo il riscatto di Napoli»

 (27 dicembre 2012)

JOE AMORUSO RACCONTA I RETROSCENA DELLA “REUNION” DELLA BAND DI PINO DANIELE

Fu un periodo di grande fermento culturale, il passaggio dagli anni ‘70 agli anni ‘80 vide un manipolo di musicisti napoletani conquistare l’Italia e l’Europa in nome del “Neapolitan Power”, una band di “terroni” riempire San Siro come i Rolling Stones e prima dei Vasco dei Ligabue o di chiunque poi abbia suonato in quello stadio. Poi qualcosa andò storto, ognuno prese la sua strada e quella potenza che sviluppavano insieme si diluì nei differenti percorsi artistici. Si sono ritrovati nel 2008 e ora, in attesa che a gennaio venga pubblicato il cd-dvd live “Tutta n’ata storia”, racconteranno dal vivo la loro storia musicale in sei concerti (28-29-30 dicembre, 4-5-6 gennaio) che faranno tornare indietro nel tempo il pubblico del Palapartenope. Abbiamo incontrato singolarmente i protagonisti di quel sogno in una sorta di interviste parallele. Oggi è la volta di Joe Amoruso, l’enfant prodige di quel gruppo, il più giovane (aveva 21 anni in piazza del Plebiscito nell’81), apprezzato e stimatissimo “al nord” (Zucchero, Vasco, Pfm, Fortis se lo “contendevano”), indubbiamente artefice di quel suono che la superband di Pino Daniele aveva.

Sono passati più di 30 anni: che effetto fa ritrovarsi di nuovo tutti insieme?
«La cosa particolare, che è poi il segreto della nostra storia, è che nonostante gli anni, nonostante le varie esperienze che ognuno di noi ha fatto, quando ci ritroviamo sembra davvero che il tempo non
sia passato. Siamo più grossi e più vecchierelli, ma si innescano sempre gli stessi meccanismi di
quando eravamo ragazzi, al di là della musica abbiamo tante cose da dirci, ma quando mettiamo
mano agli strumenti il tempo non è passato».
Ognuno la racconta a modo suo: cosa vi portò alla separazione?
«La band originale dopo qualche anno iniziò a disgregarsi, lo zoccolo duro eravamo io, Rino, Tullio e Pino, le canzoni le provavamo prima in trio, ma dopo un po’ anche per problemi personali con
Pino ci siamo persi».
“Neapolitan Power”: cosa avevate in più rispetto agli altri artisti che erano famosi negli anni ‘80?
«Avevamo una fortuna che in nessun’altra città c’era: avevamo gli americani che suonavano con
noi nei club intorno al porto: noi tutti di quella generazione siamo passati da quei locali, dopo una
certa ora piazza Municipio e dintorni sembrava una città americana con le camionette della “Mp” che garantivano l’ordine. Facevamo delle jam session interminabili e questo si rifletteva nel modo di suonare di tutti noi, siamo gli ultimi depositari di una commistione di blues, jazz, rock e tradizione napoletana».
Dove sarebbe arrivata quella band se fosse rimasta unita?
«Sono convinto, senza scomodare grandi esempi, che saremmo stati un gruppo e un progetto di
respiro internazionale, che avremmo avuto una consacrazione di pubblico che avrebbe oltrepassato
le mode, i decenni e i cicli».                                                                                                                                          Questi concerti sono un evento unico o potrebbe esserci un futuro comune?
«Ti do un parere spassionato, quasi da esterno: ho la sensazione che questa sia la volta buona
che si ricuciano le fila di quel progetto, mi sembra che sia arrivato il tempo di rimettere in moto
quella macchina, abbiamo tutti voglia di farlo e solo qualche fattore esterno potrebbe impedirlo.
Credo che nessuno se lo aspettasse, sembra quasi che la gente ci stesse aspettando, e in un momento di crisi come questo è un dato da tenere ben presente: prima due, poi tre poi sei concerti e
sono quasi tutti esauriti. La gente ci sta premiando, è un messaggio muto da parte del nostro
pubblico, della nostra città che purtroppo è ultima tra le ultime, una città messa in ginocchio. È
quasi una responsabilità sociale che ci stanno dando, non rappresentiamo più la musica, ma siamo
una sorta di bandiera per Napoli e i napoletani, così come lo eravamo 30 anni fa, abbiamo rappresentato e rappresentiamo di nuovo oggi una sorta di riscatto, un punto di riferimento. È importante che anche noi rivestiamo questi concerti di responsabilità»
I tuoi progetti personali?
«Ho almeno tre dischi pronti nel cassetto oltre a tanti altri progetti paralleli, ma negli ultimi anni
lavorato tantissimo per gli altri mettendo da parte i miei lavori: ora c’è un produttore che mi ha
chiesto di realizzare il mio terzo disco, pensavamo di realizzarlo nel 2013 ma ho l’impressione che
dovrà aspettare un pochino, perché dopo i sei concerti ci sarà ancora da fare».

di Gigi Avolio

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«Insieme saremmo stati una band mondiale»

(22 dicembre 2012)

JAMES SENESE TRA I PROTAGONISTI DELLA “REUNION” ORGANIZZATA DA PINO DANIELE AL “PALAPARTENOPE”

Fu un periodo di grande fermento culturale, il passaggio dagli anni ‘70 agli anni ‘80, vide un manipolo di musicisti napoletani conquistare l’Italia e l’Europa in nome del “Neapolitan Power”, una band di “terroni” riempire San Siro come i Rolling Stones e prima dei Vasco dei Ligabue o di chiunque poi abbia suonato in quello stadio. Poi qualcosa andò storto, ognuno prese la sua strada e quella potenza che sviluppavano insieme si diluì nei differenti percorsi artistici. Si sono ritrovati nel 2008 e ora, in attesa che a gennaio venga pubblicato il cd-dvd live “Tutta n’ata storia” (che ripercorre quel magico concerto in piazza del Plebiscito), Pino Daniele, Tullio De Piscopo, James Senese, Rino Zurzolo, Joe Amoroso, Tony Esposito più gli ospiti Enzo Avitabile ed Enzo Gragnaniello, racconteranno dal vivo la loro storia musicale in sei concerti (28-29-30 dicembre sold out; 4 (“sold out”), 5 e 6 gennaio che faranno tornare indietro nel tempo il pubblico del Palapartenope. Abbiamo incontrato singolarmente i protagonisti di quel sogno in una sorta di interviste parallele. Oggi incontriamo James Senese, il musicista che già c’era prima di Pino, il crocevia che poi ha fatto incontrare le strade di tutti e che anche dopo ha continuato a mantenere rapporti personali e musicali con tutti, senza mai perdere di vista il suo percorso, non ultimo la partecipazione al fortunatissimo film-concerto “Passione”.

Sono passati più di 30 anni: che effetto fa ritrovarsi di nuovo tutti insieme?
«In fondo non ci siamo mai persi, siamo come una moglie e un marito, basta uno sguardo per capirsi e ritrovare lo stesso entusiasmo della prima volta».
Ognuno la racconta a modo suo: cosa vi portò alla separazione?
«Non ci siamo sciolti perché non eravamo una band, ognuno di noi aveva già i suoi progetti ma c’era
abnegazione l’uno per l’altro: furono questioni economiche, dovute al manager di allora, ma non ci sono mai state gelosie o litigi».
“Neapolitan Power”: cosa avevate in più rispetto agli altri artisti che erano famosi negli anni ‘80?
«Venivamo tutti da Napoli avevamo una passione e un’abnegazione enorme, non c’erano invidie e soprattutto cantavamo in napoletano che è una vera lingua compresa un po’ ovunque come l’inglese».
Dove sarebbe arrivata quella band se fosse rimasta unita?
«Sono sicuro che eravamo, e siamo, fortissimi: ancora oggi siamo conosciuti e apprezzati anche all’estero, se fossimo rimasti insieme saremmo l’unica band italiana famosa nel
mondo».
Un aneddoto che ricordi di quegli anni?
«Ce ne sono tantissimi, però mi ricordo quando feci comprare un cannocchiale a Pino che già allora non vedeva bene».
Questi concerti sono un evento unico o potrebbe esserci un futuro comune?
«Come ti dicevo prima non ci siamo mai persi, dopo lunghe assenze ci siamo sempre ritrovati, per cui credo che prima o poi ci saranno ancora dei progetti che ci vedranno uniti».
Vedi nel panorama napoletano un artista o un gruppo che in qualche maniera ha dei legami con il “Neapolitan Power”?
«No, ci vogliono 50 anni prima che possa nascere un’altra generazione come quella che si incontrò alla fine degli anni ‘70».
I tuoi progetti personali?
«È stato un anno formidabile con il mio ultimo disco “È fernuto ‘o tiempo” e con il film-concerto “Passione”: io non mi sono fermato mai in tanti anni, sto già lavorando ad un nuovo disco».

di Gigi Avolio

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«La gente ama le nostre canzoni»

(28 dicembre 2012)

RINO ZURZOLO TRA I PROTAGONISTI DEI LIVE DI PINO DANIELE

Fu un periodo di grande fermento culturale, il passaggio dagli anni ‘70 agli anni ‘80 vide un manipolo di musicisti napoletani conquistare l’Italia e l’Europa in nome del “Neapolitan Power”, una band di “terroni” riempire San Siro come i Rolling Stones e prima dei Vasco dei Ligabue o di chiunque poi abbia suonato in quello stadio. Poi qualcosa andò storto, ognuno prese la sua strada e quella potenza che sviluppavano insieme si diluì nei differenti percorsi artistici. Si sono ritrovati nel 2008 e ora, in attesa che a gennaio venga pubblicato il cd-dvd live “Tutta n’ata storia”, racconteranno dal vivo la loro storia musicale in sei concerti (28-29-30 dicembre, 4-5-6 gennaio) che faranno tornare indietro nel tempo il pubblico del Palapartenope. Abbiamo incontrato singolarmente i protagonisti di quel sogno in una sorta di interviste parallele. Oggi è la volta di Rino Zurzolo.

Sono passati più di 30 anni: che effetto fa ritrovarsi di nuovo tutti insieme?
«In realtà non c’è stata una lunghissima interruzione perché con Pino sono sempre rimasto in contatto e anche con gli altri ho continuato a collaborare, poi nel 2008 c’è stato quel lungo periodo che abbiamo suonato insieme. In ogni caso succede sempre una cosa strana: appena prendiamo gli strumenti viene fuori subito quel back round che ci ha uniti da sempre, una dimensione, una specie di codice musicale e umano che ci unisce e ci fa essere una cosa sola quando suoniamo insieme. Stavamo provando l’altro giorno io, Joe e Pino e ci siamo divertiti da morire, ma senza nostalgia, anzi suonando cose nuove: la cosa bella è che oggi 30 anni dopo ognuno porta in più le esperienze personali accumulate in questo tempo, però quando ci ritroviamo sembra sempre che ci siamo lasciati la sera prima nella sala prove di tanti anni fa».
Ognuno la racconta a modo suo: cosa vi portò alla separazione?
«Penso che eravamo tutti giovani, meno maturi e più legati ai personalismi, ognuno pensava al proprio io, ognuno pensava a essere e a fare le proprie cose, senza capire che invece eravamo noi stessi proprio facendo le cose insieme. E così gli equilibri saltano».
“Neapolitan Power”: cosa avevate in più rispetto agli altri artisti che erano famosi negli anni ‘80?
«Insegnando ai ragazzi in Conservatorio dico sempre che per fare le cose bene ci vuole la passione. Noi non avevamo le tecnologie che hanno i ragazzi di oggi, ma avevamo la passione, ci vedevamo ogni giorno e suonavamo 3-4 ore di seguito: Pino mi veniva a prendere al Conservatorio ogni giorno e andavamo nella sala prove e buttavamo giù idee musicali. Un po’ come andare ogni giorno in palestra per allenarsi, solo così venivano fuori i risultati, e quando vai sul palco questa passione si sente: ci sono tanti ottimi musicisti, ma senza la passione sei solo uno strumentista».
Dove sarebbe arrivata quella band se fosse rimasta unita?
«È difficile fare ipotesi, eppure nonostante siano passati tanti anni la gente ama ancora quelle canzoni, ci ferma ancora per strada e ci chiede di quei tempi: fare il tutto esaurito per 4 o 5 concerti oggi è un segnale importante».
Questi concerti sono un evento unico o potrebbe esserci un futuro comune?
«So solo che ci siamo rincontrati con grande gioia, avverto una sensazione molto forte in tutti noi che potrebbe alimentare un futuro: sei concerti quasi tutti esauriti sono un segno fortissimo»
I tuoi progetti personali?
«Non faccio tanti dischi, sto preparando delle cose, ho un progetto che verrà presto fuori: io incamero e poi quando sono pieno metto fuori un progetto che segua una linea e porti avanti un linguaggio musicale».

di Gigi Avolio

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GENTE della NOTTE Magazine intervista Pino Daniele

  FEBBRAIO 2013

Presenta il nuovo cd/dvd del concerto evento di Napoli

 

Abbiamo incontrato Pino Daniele in occasione della conferenza stampa tenutasi a Roma per la presentazione del cd/dvd Tutta n’ata storia. Vai mo’ – Live in Napoli, in vendita dal 22 Gennaio. Un Pino Daniele a tutto campo, che ha parlato dei suoi progetti, della politica, dei talent show…

Un nuovo cd live che però è stato registrato cinque anni fa, perché questa scelta?
“Vai mo’” fu l’occasione per celebrare i 30 anni della mia carriera, un concerto evento che portò moltissima gente in Piazza del Plebiscito a Napoli, abbiamo voluto estrarre il meglio di quella serata e proporlo in un una doppia versione cd/dvd.

Sono presenti anche due inediti in cui figura la produzione insieme a Phil Palmer…
Sono due brani diversi realizzati con Phil perché volevo lavorare con lui, è un chitarrista che stimo, è stata una sorta di esperimento, la proposta di due canzoni realizzate solo con chitarre e un colore rock per fare una cosa totalmente diversa.

Oltre al lancio del cd c’è un annuncio importante che avete fatto oggi…
Si abbiamo colto l’occasione per presentare un nuovo evento sempre a Napoli in Piazza Plebiscito: ci sarà un concerto-evento il 12 Luglio in cui saranno presenti sul palco circa 25 artisti, tra chi farà parte della band come Enzo Gragnaniello, Tony Esposito, Tullio De Piscopo, James Senese, Joe Amoruso, Rino Zurzolo e molti artisti italiani con cui duetterò…

Ci puoi dare qualche nome in anteprima degli ospiti?
I nomi li faremo in corso d’opera, intanto aggiungo che i biglietti sono già in vendita e che l’evento sarà proposto anche in tv, con Ballandi alla regia, che proporrà il concerto come fosse un racconto televisivo dell’evento.

Sempre aperto a nuove collaborazioni insomma…
Io ho collaborato un po’ con tutti, da Vasco a Ligabue, Antonacci, Giorgia…mi sono sempre reso disponibile perché per me il confronto con gli altri è importante e aiuta nella crescita artistica, mi aiuta a ritrovare l’ispirazione…

La band che ti accompagna è piena di musicisti molto conosciuti e tutti provenienti dalla stessa scuola napoletana…rispetto al passato è cambiato il vostro approccio col pubblico, avete sempre gli stessi stimoli?
Oggi siamo più maturi, ci divertiamo con una consapevolezza diversa, da giovani eravamo presi dal grande successo discografico e dall’attenzione che veniva data alla nostra proposta, poi ognuno di noi ha fatto il suo percorso e ci siamo ritrovati insieme dopo anni. Ci divertiamo ancora, si vede sul palco perché se uno non si diverte lo trasmette anche alla gente.

A Napoli sei considerato un’istituzione come Maradona, com’è cambiato il rapporto con la città negli anni?
In passato ho scritto tante cose belle per questa città e non so se riuscirò a farlo in futuro, per me adesso Napoli è una città più conosciuta nel mondo rispetto a quarant’anni fa, quando scrivo e penso a Napoli sono consapevole che parlare di Napoli all’estero è come parlare dell’Italia. Non mi focalizzo troppo su notizie di cronaca, ma mi lascio trasportare dall’istinto e questo lavorare di pancia mi ha sempre salvato, mi ha tenuto lontano da obiettivi stabiliti a tavolino per ottenere un successo discografico.

A proposito di attualità…tra poco ci sono due appuntamenti importanti e molto ravvicinati: San Remo e le elezioni…seguirai questi due eventi?
San Remo fa uscire sempre qualcosa di buono, qualche artista interessante, però bisogna ricordare che deve rispettare dei canoni televisivi, dà molto spazio alla conduzione, ai fuori programma, insomma oltre che una kermesse musicale si punta tanto anche sullo spettacolo. Per quanto riguarda le elezioni, io sono rimasto a trent’anni fa! C’è chi si impegna politicamente, per carità se se lo sente ben venga, io mi impegno nell’aiutare alcune associazioni a realizzare cose concrete…andrò a votare ma forse mi metterò una mano davanti agli occhi e farò cadere la penna…

Un brano di Gianna Nannini è stato scelto come nuovo inno del PD, se dovessero chiederlo a te di scrivere un inno per un partito?
Mah…dipende da chi me lo chiede! Se me lo chiedesse Maroni…glielo farei ma me lo deve cantare tutto in napoletano! Ao ricordiamoci che Maroni è l’unico bluesman del parlamento! (suona l’hammond ndr)

Pino Daniele segue i talent? Cosa ne pensa a riguardo?
Io seguo tutto, non mi piace giudicare così senza essermi fatta un’idea concreta, ho seguito qualcosa dei talent americani e inglesi, anche italiani…diciamo che escono fuori sempre dei talenti ma tutto si basa su alte prestazioni tecniche e viene dato poco spazio alla creatività. Per quanto mi riguarda non andrei mai come giudice perché non sono un grande intrattenitore, anzi, la televisione di oggi mi fa paura! Se mi dovessero invitare come ospite che suona il proprio pezzo, allora è diverso. Ho notato che oggi i giovani che emergono anche attraverso questi canali sono molto più sicuri di sé di come lo sono io dopo 30 anni di carriera!

Oltre al concerto evento a Napoli, ci saranno altre novità per il 2013?
Sto lavorando da tempo ad un progetto con  il maestro Gianluca Podio per presentare un concerto fatto di pezzi miei intramezzati da brani strumentali che fanno parte della cultura musicale di tutti noi, un’opera abbastanza complessa ma che mi sta dando molte emozioni, ancora non so dire quando lo presenteremo.

di Andrea Barboni

«L’evento rimarrà negli annali della grande musica d’autore»

 (20 dicembre 2012)

DE PISCOPO SULLA “REUNION” DI PINO DANIELE

Fu un periodo di grande fermento culturale, il passaggio dagli anni ‘70 agli anni ‘80, vide un manipolo di musicisti napoletani conquistare l’Italia e l’Europa in nome del “Neapolitan Power”, una band di “terroni” riempire San Siro come i Rolling Stones e prima dei Vasco dei Ligabue o di chiunque poi abbia suonato in quello stadio. Poi qualcosa andò storto, ognuno prese la sua strada e quella potenza che sviluppavano
insieme si diluì nei differenti percorsi artistici. Si sono ritrovati nel 2008 e ora, in attesa che a gennaio venga pubblicato il cd-dvd live “Tutta n’ata storia” (che ripercorre quel magico concerto in piazza del Plebiscito), Pino Daniele, Tullio De Piscopo (nella foto), James Senese, Rino Zurzolo, Joe Amoroso, Tony Esposito più gli ospiti Enzo Avitabile ed Enzo Gragnaniello, racconteranno dal vivo la loro storia musicale in sei concerti (28-29-30 dicembre sold out; 4-5-6 gennaio) che faranno tornare indietro nel tempo il pubblico del Palapartenope. Abbiamo incontrato singolarmente i protagonisti di quel sogno in una sorta di interviste parallele. Tocca a Tullio De Piscopo il mitico batterista di quel gruppo, che oltre alle tantissime collaborazioni internazionali, vanta un successo e una considerazione personale in ambito jazzistico ma anche in quello più pop(olare), oltre a tenere da anni un ambitissimo corso di batteria a Milano. Nel 2010 ha festeggiato 40 anni di carriera con un doppio cd antologico dal titolo “Questa è la storia”.

Sono passati più di 30 anni: che effetto fa ritrovarsi di nuovo tutti insieme?
«È stato tutto semplice e naturale, passano gli anni e non si può mai dire di essere arrivati, perché guardandoci dietro ci accorgiamo di quanto grandi possano essere le piccole cose del passato. Dovevano essere solo due date, ora siamo a 6 e le prime tre sono esaurite. Questo evento rimarrà negli annali, la grande musica d’autore non muore mai, questo dimostra quanta attesa c’era. Nonostante giochiamo in casa sono convinto che molti spettatori verranno anche da altre città: il pubblico ha ripreso gusto a partecipare ai grandi live, quando la musica tocca il cuore, come quella di Pino, quando instaura un feeling diretto col cuore delle persone, solo allora ha adempiuto in pieno il suo compito. Da parte mia posso dire che avrò ancora una volta un’emozione immensa a condividere il palco con tanti amici con i quali ho suonato in centinaia di memorabili concerti non solo in Italia. Il mio connubio con Pino non s’è mai sciolto, anche quando siamo stati lontani tanti anni, è un legame speciale che ci unisce e ci fa ritrovare con lo stesso entusiasmo e amore per la musica».
Ognuno la racconta a modo suo: cosa vi portò alla separazione?
«Ci furono anche dei giochi discografici, io avevo dei contratti che sciolsi grazie a Pino e Willy David per cui realizzammo il famoso “Acqua e vient”. Anche gli altri avevano situazioni simili per cui pian piano ognuno ha preso la sua strada, anche se credo che pur mantenendo le proprie strade separate, si poteva continuare a fare le cose insieme ma c’erano giochi manageriali che non hanno favorito questo evento».
“Neapolitan Power”: cosa avevate in più rispetto agli altri artisti famosi negli anni ‘80?
«’O sangh int all’uocchie».
Dove sarebbe arrivata quella band se fosse rimasta unita?
«Non lo so, io credo molto in questo tipo di musica, ai testi e alle poesie di Pino, canzoni entrate nella storia. Io credevo e credo che avremmo potuto girare e sbancare in tutto il mondo: lo avremmo potuto fare allora, lo avremmo potuto fare anche nel 2008 e lo potremmo fare anche ora».
Un aneddoto che ricordi?
«Mi ricordo il concerto a Milano in piazza del Duomo: vedemmo un mare di teste, una folla infinita. Salii sul palco a provare, vidi questo mare di gente e tornai nei camerini. “Mamma do’ Carmine guagliù, cca c’accireno”, e invece la nostra musica e il nostro sentimento ebbero un successo straordinario».
Questi concerti sono un evento unico o potrebbe esserci un futuro comune?
«Nella vita c’è sempre un futuro, non bisogna mai guardare dietro. Ma questa band vive nel passato e ha anche un futuro. Secondo me dopo questi concerti succederà sicuramente “qualcosa”, non siamo più ragazzini, siamo diventati nonni, abbiamo dei nipoti: bisogna avere intorno persone capaci che ci amino senza false amicizie».
Nel panorama napoletano c’è un artista o un gruppo che, in qualche maniera, ha dei legami con il “Neapolitan Power”?
«No, semplicemente perché è impossibile trovare un nuovo Pino Daniele. Un ragazzo che prova a scrivere oggi, deve stare attento a non copiare le poesie di Pino: ci potranno essere dei bravi strumentisti ma senza qualcuno che scrive e canta cose che emozionino…».
Progetti personali?
«Il mio passato, presente e futuro è quello di stare tra la gente e suonare, se poi capiterà qualche progetto discografico perché no».

di Gigi Avolio

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Pino Daniele: “Tutta n’ata Storia – Vai Mò – Live in Napoli”. La Recensione

 (21 gennaio 2013)

“Tutta n’ata Storia – Vai mò – Live in Napoli” rappresenta il concerto celebrativo dei 30 anni di carriera di Pino Daniele svoltosi nel mese di Luglio 2008 (la sera dell’8 Luglio per esser precisi) che vide all’epoca riunito tutto lo storico supergruppo sul palco montato in Piazza del Plebiscito, anticipato dalla raccolta “Ricomincio da 30″ (tra i grandi classici e ri-arrangiamenti) con alcune special guest sul palco e due brani inediti:Avion Travel, Giorgia e Irene Grandi (ma anche Chiara Civello, Nino D’Angelo e Gigi D’Alessio che quella sera fu fischiato duramente dal pubblico presente). Presentato ieri in conferenza stampa a Roma, il CD/DVD “Tutta n’ata Storia – Vai mò – Live in Napoli” sarà distribuito a partire da Martedì 22 Gennaio 2013 da Sony Music per l’etichetta Blue Drag (che festeggia così il secondo lavoro ufficiale dopo “La Grande Madre” uscito nel Marzo 2012). Un preludio ai 6 concerti celebrativi “Tutta n’ata Storia – Live in Napoli” svoltisi a ridosso tra Dicembre 2012 e Gennaio 2013, al Palapartenope, dapprima una scommessa poi una garanzia da sold-out (20.000 biglietti venduti nell’arco delle 6 serate): Enzo Gragnaniello, Tullio De Piscopo, James Senese, Tony Esposito, Joe Amoruso e Rino Zurzolo gli amici di sempre che hanno accompagnato Pino Daniele sul palco cui si aggiungono Ernesto Vitolo, Gigi De Rienzo, Rosario Jermano, Gianluca Podio, Valentina Crimaldi, Elisabetta Serio e Raiz. Alcuni di questi (De Piscopo, Esposito, Senese, Amoruso, Zurzolo, Vitolo, De Rienzo, Podio e poi ancora Agostino Marangolo, Alfredo Golino, Mathhew Garrison, Juan Carlos Abelo e Fabio Massimo Colasanti) erano presenti sul palco montato in Piazza del Plebiscito quell’8 Luglio 2008, evento accolto a gran voce dai partecipanti (a supporto di ciò, il filmato di circa 20 minuti presente nel DVD) ma che esula da qualsivoglia operazione nostalgica.

L’idea

Dato il successo riscontrato, l’evento è stato proposto come incontro annuale ma nel frattempo un’altra notizia passa in risalto: il 12 Luglio 2013 Pino Daniele & Friends torneranno in Piazza del Plebiscito con il concerto/evento “Napule è – Tutta n’ata Storia” (biglietti in prevendita a partire da oggi, Sabato 19 Gennaio). L’idea è precisa: abolito il concetto di operazione nostalgica, rappresenta il punto di partenza per un nuovo inizio, un richiamo alle origini, un ponte verso il futuro, la necessità di unione e collaborazione, un invito rivolto a tutti nel riconoscere le proprie origini (soprattutto oggi che si parla tanto di globalizzazione). Il concerto/evento sarà trasmesso in diretta Tv (la formula ha bisogno ancora di studio e perfezionamento) e sarà prodotto in collaborazione con Bibi Ballandi. Tra gli ospiti ci sarà anche Enzo Avitabile (grande assente durante le 6 date al Palapartenope) e altri vecchi amici.

Tracklist & artists

Sia il CD che il DVD contengono 12 tracce (ridotte al minimo rispetto la scaletta intera proposta durante il concerto) ma la scelta è stata ponderata: ha intenzione – dichiara Pino Daniele in conferenza stampa – di pubblicare alcune raccolte con del materiale ancora inedito: nel frattempo studia una nuova forma di concerto che proporrà (forse) in futuro. Nel CD sono presenti due inediti “Non si torna indietro” e “Another Dimension” prodotti con Phil Palmer feat. Lucy Jules, Steve Ferrone e Michael Fèat mentre nel DVD (che presenta la stessa tracklist del CD sono presenti (oltre le immagini riprese nel bakcstage, un video di circa 20 minuti) due bonus track video “Io per Lei” e “Yes I Know My Way” brano di chiusura del concerto che vide sul palco la band al completo con i due batteristi Tullio De Piscopo e Alfredo Golino cui si aggiunge Agostino Marangolo ripreso con la tamorra tra le mani).

Gli artisti che parteciparano al concerto sono (in ordine sparso): Tullio De Piscopo, Tony Esposito, Agostino Marangolo, Alfredo Golino, James Senese, Joe Amoruso, Rino Zurzolo, Ernesto Vitolo, Gigi De Rienzo, Matthew Garrison, Gianluca Podio, Juan Carlos Abelo, Fabio Massimo Colasanti; le special guest Avion Travel, Giorgia e Irene Grandi (tagliati i duetti con Chiara Civello, Nino D’Angelo e Gigi D’Alessio).

Pino Daniele – Tutta n’ata Storia – Vai Mò – Live in Napoli – Artwork

Tracklist CD

  1. A Testa in Giù
  2. Quanno Chiove
  3. A Me me Piace ‘o Blues
  4. Terra Mia (feat. Avion Travel)
  5. Yes I Know My Way
  6. Ma Che Ho
  7. Io Vivo come Te
  8. Chi Tene ‘O Mare
  9. Anema ‘e Core
  10.  Dubbi non Ho
  11. Se Mi Vuoi (feat. Irene Grandi)
  12. Vento di Passione (feat. Giorgia)
  13. Non si Torna Indietro
  14. Another Dimension

Tracklist DVD

  1. A Testa in Giù
  2. Quanno Chiove
  3. A Me me Piace ‘o Blues
  4. Terra Mia (feat. Avion Travel)
  5. Yes I Know My Way
  6. Ma Che Ho
  7. Io Vivo come Te
  8. Chi Tene ‘O Mare
  9. Anema ‘e Core
  10. Dubbi non Ho
  11. Se Mi Vuoi (feat. Irene Grandi)
  12. Vento di Passione (feat. Giorgia)
  13. Io per Lei
  14. Yes I Know My Way (finale with all bands)

Il corpus dell’opera

La prima cosa che risalta all’orecchio è un certo senso di incompletezza: saranno anche tagliati i duetti per inserirli in una probabile pubblicazione postuma, si, ma 12 tracce complessive per celebrare un concerto/evento di circa tre ore risulta un pò ridotto all’osso. D’altro canto, trattandosi di una registrazione live, si apprezza in pieno tutta la bravura tecnica e l’audacia di esecuzione dei musicisti, nomi di spicco del panorama musicale italiano: innovatori, precursori, talenti, un patrimonio inestimabile. Le canzoni presenti nella tracklist sono per lo più suonati da Tullio De Piscopo alla batteria (fatto salvo i premi tre brani “A Testa in Giù”, “Quanno Chiove” e “A Me me Piace ‘o Blues”suonati da Agostino Marangolo) mentre risalta all’orecchio il secondo inedito “Another Dimension”: una ballata con infusi prettamente blues con il testo che mischia il dialetto con la lingua inglese; di facile ascolto che non stanca per nulla. Il DVD bisogna assaporarselo con calma ma la prima cosa che risalta all’occhio è la partecipazione del pubblico: i sorrisi stampati sul volto delle persone, un’energia che si riflette anche tramite lo schermo. Oltre al video che racchiude le immagini del backstage (dagli interventi dei partecipanti alle dichiarazioni dei protagonisti) merita particolare attenzione l’ultima traccia “Yes I Know My way” suonata con la band al completo: il momento di massima enfasi del concerto.

di Angelo Moraca

Pino Daniele “Tutta n’ata Storia – Vai Mò – Live in Napoli”. La conferenza stampa

(18 gennaio 2013)

Pino Daniele presenta a Roma il CD/DVD “Tutta n’ata Storia – Vai Mò – Live in Napoli” in uscita nel mercato discografico Martedì 22 Gennaio 2013, contenente la registrazione del concerto celebrativo dei 30 anni di carriera in Piazza del Plebiscito a Napoli nel mese di Luglio 2008. La location è la Sala Kodak ubicata presso la Casa del Cinema a Roma (Villa Borghese), appuntamento fissato per le ore 12:00 in una piacevole ma fredda giornata di metà Gennaio. L’intervento è presidiato da Riccardo Vitanza fondatore e direttore dell’agenzia Parole & Dintorni Srl, Ferdinando Salzano presidente della F&P Group e Pino Daniele in persona, cappellino giacca a vento e jeans.

Dopo i saluti di rito a cura di Riccardo Vitanza, un mix estratto dal DVD accompagna i presenti per un viaggio amarcord di circa venti minuti: immagini dal backstage, interviste ai protagonisti della serata, i saluti che Giorgia, Irene Grandi e gliAvion Travel (sul palco l’8 Luglio 2008 come invitati speciali) hanno rivolto al protagonista. E quel filo conduttore che lega Pino Daniele al suo pubblico, non solo napoletano, ma italiano (curioso il caso di una signora palermitana di adozione pisana che con orgoglio si racconta alle telecamere, entusiasta di poter partecipare alla serata evento), tema ripreso più volte in conferenza stampa. Il CD/DVD “Tutta n’ata Storia – Vai Mò – Live in Napoli” sarà distribuito da Sony Music per l’etichetta Blue Drag e comprende: il CD di 12 tracce cui si aggiungono gli inediti ”Non si torna indietro” (primo singolo estratto già in rotazione musicale) e“Another Dimension”, entrambe prodotte in collaborazione con Phil Palmer; il DVD con 12 tracce (comprese le esibizioni con Giorgia, Irene Grandi e Avion Travel) più 2 video bonus track.

Le domande non tardano ad arrivare, non prima però che Ferdinando Salzano (Presidente di F&P Group) introduce i presenti circa le scelte che hanno portato al concepimento di un altro concerto evento, sempre in Piazza del Plebiscito, ma il prossimo 12 Luglio 2013: dai concerti/evento (6 date sold-out) “Tutta n’ata Storia – Live in Napoli” che hanno visto sul palco Pino Daniele, Tullio De Piscopo, James Senese, Tony Esposito, Rino Zurzolo, Joe Amoruso, Enzo Gragnaniello, Rosario Jermano, Antonio Onorato, Tony Cercola al Palapartenope di Napoli fino al prossimo evento intitolato “Napule è – Tutta n’ata Storia” c’è la voglia di ritrovarsi tutti insieme sul palco, l’esigenza di affrontare un viaggio che spazia dalle radici della musica partenopea esplorando quel linguaggio universale che rappresenta la musica, la voglia di un’identità quasi ormai smarrita che prescinde qualsivoglia operazione nostalgica.

I biglietti per partecipare all’evento saranno in prevendita a partire dalle ore 11:00 di domani 19 Gennaio e, per chi avesse già partecipato ad una delle 6 date di “Tutta n’ata Storia – Live in Napoli”, è previsto uno sconto sull’importo nominale del biglietto (per maggiori informazioni consultare il sito di riferimento).

E via così alla domande dei presenti: chiarimenti, progetti, conferme, smentite, curiosità, aneddoti. Si abbandona in una piacevole chiacchierata, per nulla imbarazzato, a tratti sfrontato (non manca di certo il sense of humor). Pino Daniele si lascia avvolgere dalle curiosità dei presenti, dalle domande sul metodo di scrittura, passando per i progetti futuri (purtroppo smentita la presenza di Eric Clapton sul palco il prossimo 12 Luglio; progetti in cantiere per il 2014). Ribadisce più volte che non si tratta di alcuna operazione nostalgica, bensì rimarca la ragion d’essere dei concerti che lo hanno visto protagonista unita ai futuri progetti: la maturità si unisce alla consapevolezza, la collaborazione come sinonimo di crescita, le iniziative benefiche, la voglia di confrontarsi con le nuove realtà.

Gli amici di sempre si ritrovano sul palco, le radici del “neapolitan sound” si confrontano e si fondono con le sonorità e le culture appartenenti al mondo, un futuro progetto dovrebbe contenere un repertorio per metà strumentale (per quanto concerne i brani storici)  e per metà nuove produzioni ancora in fase embrionale (tutto in collaborazione con Gianluca Podio). Pino Daniele è impegnato in questi nuovi progetti, tanto da smentire la partecipazione al Festival di Sanremo, mentre è atteso un appuntamento televisivo in occasione del concerto “Napule è – Tutta n’ata Storia” il prossimo 12 Luglio.

 

di Angelo Moraca

Pino Daniele: nuovo cd/dvd e il 12 luglio in piazza Plebiscito

  (18 gennaio 2013)

Esce il 22 gennaio la registrazione del concerto con cui nel 2008 il cantautore festeggiò i trent’anni di carriera. Duetti inediti con Avion Travel, Irene Grandi e Giorgia

Dopo il successo, tra fine dicembre 2012 e inizio gennaio 2013, di "Tutta n’ata storia – Live in Napoli" (sei concerti sold out al  Palapartenope con 20mila biglietti venduti), il 12 luglio, a distanza di cinque anni, Pino Daniele tornerà a suonare a Napoli in piazza del Plebiscito, luogo simbolo per la musica italiana e internazionale (inizio spettacolo alle 21).
Il nuovo grande appuntamento live di Pino Daniele, "Napule è – Tutta n’ata storia", prodotto e organizzato da Blue Drag e F&P Group (in collaborazione con Radio Italia, radio ufficiale dell’evento), sarà trasmesso in prima serata televisiva e realizzato in collaborazione con la Ballandi Entertainment, partner televisivo dell’evento. L’organizzazione ringrazia il Sindaco e l’Amministrazione Comunale della città di Napoli.

"Napule è – tutta n’ata storia" è il suono di una città, storie di amicizie tra vicoli e palazzi, artisti di un’intera generazione, è un nuovo capitolo musicale di quel "Neapolitan Sound" che, attraverso i suoi protagonisti, ha contraddistinto un’epoca. E’ un viaggio attraverso le sonorità e l’ispirazione che Pino Daniele insieme ai suoi ospiti, colleghi e amici di sempre non ha mai smesso di raccontare: Enzo Gragnaniello, Tony Esposito, Tullio De Piscopo, James Senese, Joe Amoruso, Rino Zurzolo e gli amici Rosario Jermano, Antonio Onorato, Tony Cercola, tutti insieme, ancora una volta, "una volta nuova", nello storico e magico scenario di Piazza del Plebiscito, con la straordinaria partecipazione di grandi Artisti della musica italiana per rendere omaggio alla città dai "mille culure".

Il ritorno in piazza del Plebiscito a Napoli è anticipato dall’uscita, martedì 22 gennaio, di "Tutta n’ata storia – Vai mo’ – Live in Napoli" (Blue Drag/Sony Music), il cd/dvd dello storico concerto del 2008 con cui festeggiò i suoi 30 anni di carriera.
Il cofanetto conterrà due brani inediti con Phil Palmer (coproduttore insieme a Pino Daniele), la cantante Lucy Jules, Steve Ferrone e Michael Feat, tre importanti duetti con Giorgia, Irene Grandi e Avion Travel e un backstage movie con le immagini inedite dello storico concerto visto dal "dietro le quinte". Il primo singolo estratto è l’inedito "Non si torna indietro", già in rotazione radiofonica.
Ecco la tracklist del disco dal vivo: "A testa in giù", "Quanno chiove", "A me me piace o blues", "Terra mia" con gli  Avion Travel, "Yes I know My Way", "Ma che ho", "Io vivo come te", "Chi tene ‘o mare", "Anema e core", "Dubbi non ho", "Se mi vuoi" con Irene Grandi, "Vento di passione" con Giorgia; Bonus tracks audio: "Non si torna indietro" (inedito) e "Another Dimension" (inedito); Bonus tracks video: "Io per lei", "Yes I know My Way" (finale with all bands) + Backstage Movie.

Nel presentare alla stampa il nuovo lavoro, Pino Daniele ha polemizzato con l’imminente festival di Sanremo: "E’ principalmente un palinsesto televisivo, contornato dalla musica, perchè la musica non ha più l’importanza di una volta". I talent show? "In Italia e all’estero sono la nuova frontiera per chi vuole fare musica. Ma non farei mai il giudice. Non ho niente da insegnare: sono come sono e cerco di captare insegnamenti dagli altri, mi ispiro alla napoletanità edoardiana".

E a proposito del concerto del 12 luglio: "Ci saranno tutti gli artisti che hanno esplorato percorsi musicali interessanti con i loro strumenti. Oltre alle mie canzoni, ogni artista farà un paio di brani. Il sindaco di Napoli si è reso conto che la cultura fa la differenza, c’è una nuova ondata di musica napoletana da valorizzare. Dal 2008 abbiamo capito che valeva la pena farne un appuntamento fisso o almeno frequente".

"Non sono più un ragazzino e non so se scriverò canzoni così belle come in passato", continua Daniele. "Il mio impegno è quello di cercare di portare la mia città, e quindi la creatività italiana nel mondo". quanto alla politica, "per me prendere una posizione è banale. In questo momento è più importante lavorare sui valori, aiutare chi si dedica agli altri. L’amore e la voglia di fare non hanno un colore politico. Ci sono artisti come Springsteen che appoggiano una situazione politica. Io l’ho fatto quando lo sentivo. Ma ora non riuscirei ad essere convinto, anche perché i politici li vedo tutti un po’ confusi. L’unica cosa che posso fare è restare con i piedi per terra e costruire le cose che so fare. Non mi permetterei mai di giudicare Monti, Berlusconi o Grillo. Ma voterò, anche se non so cosa. Chiuderò gli occhi e farò un segno sulla scheda".

 

di Redazione “La Repubblica Napoli.it”